I magnifici vincitori del fair play

Massimo Antonino, educatore dell’associazione La Strada – Der Weg Onlus, fondatore della squadra calcistica “Excelsior” nel 2001 e della società sportiva dilettantistica Gs Excelsior nel 2017, ci racconta come nasce il progetto e quali sono i principi su cui si fonda.

Com’è nata l’idea di fondare una squadra di calcio de La Strada?
L’idea è scaturita all’interno del centro giovani Charlie Brown e nasce non dagli educatori, ma proprio dai ragazzi. Ovvero giovani tra i 16 e i 20 anni che frequentavano assiduamente il centro ed erano uniti da una grande amicizia e da una forte passione per il calcio.
Gli operatori del centro hanno accolto quest’idea a braccia aperte e hanno aiutato i ragazzi a realizzarla. Da qui parte un progetto che vuole utilizzare lo sport come strumento educativo. Insieme ai ragazzi sono state stabilite poche ma importanti regole che sono servite a caratterizzare il progetto e a renderlo visibile all’opinione pubblica.

Quali sono queste regole?
La prima regola importantissima è l’equità di trattamento. Secondo i ragazzi la squadra deve unire il gruppo e non dividerlo, infatti ad Excelsior non esistono selezioni. Tutti i tesserati sono trattati allo stesso modo, a prescindere dalle loro capacità tecniche. Nessuno viene escluso, nessuno resta in panchina. È compito dell’allenatore assicurarsi che ogni giocatore alla fine del campionato abbia giocato lo stesso numero di minuti.
Un’altra regola fondamentale su cui si basa la squadra è il rispetto delle regole e sopratutto delle persone, per questo Excelsior è diventato famoso per il così detto fair play e cioè la correttezza sul campo e fuori dal campo.
La terza regola riguarda il divertimento. Bisogna sempre ricordarsi che il nome di questo sport è “il gioco del calcio” e non esiste gioco senza divertimento.
Tutti questi aspetti servono a creare un gruppo in cui i principi di amicizia e solidarietà sono molto forti.

Questi valori sono molto visibili nel documentario girato su di voi “I magnifici perdenti”.
Il documentario è nato per una strana coincidenza. Un’articolo della stampa nazionale è rimbalzato sulla rivista “Le Monde”, un quotidiano parigino. Un trafiletto che ha attirato l’attenzione di un regista italo-francese, il quale si è preso il tempo per comprendere la squadra e per creare un prodotto che, oltre a cogliere bene l’essenza del progetto, ha un che di poetico.
Si comprende quanto nella squadra sia centrale il ruolo di ogni persona. Nella vita di tutti i giorni veniamo misurati non tanto per ciò che siamo, ma per le nostre capacità. Qui invece è “tu mi piaci così perché esisti così”.

Voi siete comunque riusciti a conseguire quattro vittorie.
Excelsior scende sempre in campo con l’obbiettivo di vincere, ma non essendoci una selezione delle capacità tecniche parte già in svantaggio. Ogni tanto però succede qualcosa, le carte si rimescolano, i ragazzi giocano al massimo delle loro possibilità ed Excelsior vince. Questo è successo solo quattro volte in vent’anni e ogni volta io mi soffermo ad osservare lo sguardo negli occhi dei ragazzi e ci vedo una gioia immensa.

Come si fa ad entrare in squadra?
Non serve nemmeno bussare, perché la porta di Excelsior è sempre aperta.

Autrice: Sarah Sartoretto COOLtour

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