Mi è capitato spesso di riflettere sul significato e l’importanza della tolleranza, forse recentemente ancora di più visto che io stesso – forse per motivi di età – mi ritrovo spesso ad essere deluso, meno paziente, rassegnato o anche semplicemente… stufo.
La parola tolleranza ha una serie di sfumature e significati, come spesso avviene nella lingua italiana, che possono anche fungere da guida virtuale in un ipotetico percorso attraverso le sfide del nostro quotidiano.
Le intolleranze alimentari, come ben sappiamo, nella nostra società moderna, hanno acquisito un’importanza sempre più significativa. Le attuali conoscenze scientifiche ci hanno aperto le porte su un mondo sconosciuto, che per secoli potevamo interpretare solo in maniera istintiva, affidandoci solo a prove ed errori, per individuare eventuali antidoti.
Ma è soprattutto il significato prevalente della parola tolleranza, a metterci in discussione giornalmente, nella nostra capacità – necessaria in una società equilibrata – di “mantenere un atteggiamento di rispetto o di indulgenza nei riguardi dei comportamenti, delle idee o delle convinzioni altrui, anche se in contrasto con le proprie”. Spesso alla necessaria tolleranza sostituiamo, lo sappiamo bene, alcuni modus operandi che spesso tra l’altro si caricano di emotività per sua natura incontrollabile. Quando al confronto di idee ci si arriva – e oggi non è per nulla scontato – spesso si tratta di uno scontro. Perché per molti ormai discutere è divenuto sinonimo di cercare di avere ragione, invece che confrontarsi per capire le ragioni dell’altro nell’ottica di un allargamento della prospettiva che presupponga – poi – opinioni più mature, sfaccettate e in definitiva condivisibili.
è davvero paradossale che nella nostra società la sola applicazione del principio di tolleranza abbia prodotto il successo quasi esclusivo del suo… contrario, sventolato come bandiera politica con il classico “tolleranza zero!”. Mentre la tolleranza religiosa, ancora, segna tristemente il passo, in gran parte del globo, ma anche molto più vicino a noi, se guardiamo bene.
è sulla scia di queste considerazioni che arriviamo al terzo e ultimo significato della parola tolleranza, quello relativo al “tempo concesso come dilazione rispetto ad una data o un orario prestabiliti”. Quanta tolleranza ci è concessa, ancora, per prendere consapevolezza rispetto a quanto di cui sopra e non essere definitivamente impantanati in una disputa continua o in regole che ci siamo imposti e delle quali non siamo più in grado di scorgere limiti e incongruità?
Autore: Luca Sticcotti