A Bolzano si ricorda la figura di Tambosi

Caso non frequente, a Oltrisarco, la doppia intitolazione: quella di una scuola primaria e di un parco. A meritarsi ciò è Antonio Tambosi; chi era e cosa fece?
Nato a Trento il 27 luglio 1853, conseguito il diploma di studi commerciali a Monaco di Baviera, si impegnò nell’azienda paterna, attiva nel commercio della seta. Apprezzato come imprenditore commerciale, si affermò anche in campo pubblico: fu eletto presidente della SAT (Società degli Alpinisti Tridentini); dal 1894 fu consigliere comunale a Trento, nel 1895 fu eletto anche podestà e fu tale fino al 1900. Nel 1901 fu anche deputato al parlamento di Vienna, del quale fu anche vicepresidente. Va ricordato il suo discorso, l’11 ottobre 1896, in occasione dell’inaugurazione a Trento del monumento a Dante Alighieri. Antonio Tambosi ebbe a cuore lo sviluppo economico e sociale del Trentino, appoggiandone le rivendicazioni autonomistiche, come fece nel suo discorso al Reichstag del 16 febbraio 1905. In Trentino ricoprì la carica di consigliere, poi di vicepresidente della Camera di Commercio. Non mancarono i contrasti, mentre era podestà di Trento, con la Dieta di Innsbruck, contrasti che lo portarono anche a dimettersi dalla carica. Nel 1911 fu nuovamente eletto podestà, ma nel 1913 si dimise di nuovo, dinanzi ai dinieghi austriaci sui progetti ferroviari che riteneva fondamentali per l’economia locale. Durante il conflitto mondiale Tambosi fu arrestato, per il suo irredentismo e i contrasti con la burocrazia austriaca; il 25 ottobre 1916 fu condannato a sette anni di carcere. Finita la guerra, importante incarico fu quello del 1919; Antonio Tambosi fu inviato dal Primo Ministro Vittorio Emanuele Orlando a Parigi come comandante della Diplomazia italiana alla Conferenza di Pace. Il 30 settembre 1920 fu nominato senatore del Regno d’Italia, ma ancor prima del giuramento Antonio Tambosi morì a Trento il 6 febbraio 1921.

Autore: Leone Sticcotti

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