Alto Adige, storia in sintesi

Alberto Pasquali, avvocato e appassionato di storia fin dall’infanzia, ha recentemente pubblicato “Breve storia dell’Alto Adige”, edito da Curcu & Genovese. Ecco la nostra recesione.

L’attenzione del grande pubblico e il lavoro di molti giornalisti e scrittori sono stati rivolti, nel tempo, soprattutto alla storia più recente della Provincia di Bolzano, lasciando in secondo piano quella più antica. Eppure, come scrive l’autore nell’introduzione, questa storia è di particolare interesse, in quanto non è “solo tedesca, solo italiana, solo ladina, ma è storia autenticamente europea, perché ben poche terre – per la loro posizione geografica ed orografica – hanno avuto radicali alternarsi di popolazioni e fusioni di etnie e di lingua”.

Alberto Pasquali


In poco più di sessanta pagine, il libro di Alberto Pasquali ripercorre questa storia, dai primi riferimenti storici attendibili fino alla caduta del fascismo, con un breve epilogo dedicato al presente. Il testo, agile e accessibile a chiunque, è accompagnato da molte fotografie, illustrazioni e cartine.
In passato si faceva risalire il principio della “storia dell’Alto Adige” al “castrum Drusi” (poi Bauzanum), ma il rinvenimento di Ötzi ha costretto a spostare questa data a 5000 anni fa. Ad ogni modo, è l’insediamento dei romani a dare il via a quei processi storici e culturali di cui rimane traccia ancora oggi. La fusione delle genti romane con le popolazioni locali, per esempio, diede origine alle lingue ladine che, benché ovviamente mutate, sopravvivono tuttora in alcune valli. Con la caduta dell’Impero romano si ebbero le invasioni di Visigoti e Ostrogoti e la successiva penetrazione dei Baiuvari nel territorio, fino all’odierna Salorno.

A sinistra Walther von der Vogelweide, a destra Oswald von Wolkenstein

A partire da queste prime informazioni, Pasquali ripercorre, attraverso brevi capitoli, la storia della Provincia, concentrandosi su alcuni aneddoti e biografie di personaggi particolarmente rilevanti. Si incontrano così Walther von der Vogelweide, la mitizzata figura di Margarete Maultasch, la dinastia dei conti Mainardi, la cui epopea – scrive l’autore – coincide con il periodo più glorioso del Tirolo, e Oswald von Wolkenstein. L’autore affronta poi “il crollo dell’impianto feudale e l’ascesa al potere dei ricchi mercanti laici” e il periodo della caccia alle streghe. Vengono raccontate le storie del ribelle Michael Gaismair, che si oppose “[al]l’ignobile sfruttamento del lavoro dei contadini tirolesi”, morendo giovanissimo e passando alla storia come primo sindacalista, e di Claudia de’ Medici, fino ad arrivare alla nascita degli Schützen. Dopo quelli dedicati ad Andreas Hofer e al periodo della Restaurazione, i capitoli conclusivi attraversano le guerre mondiali, il fascismo, lo Statuto d’autonomia e si concludono con un breve scorcio sul presente.

Michael Gaismair visto da Karl Plattner


“Breve storia dell’Alto Adige” non si rivolge agli esperti di storia in cerca di informazioni inedite o di approfondimenti specialistici, ma potrebbe rispondere ad alcune curiosità di chi, volenteroso di scoprire qualcosa in più sulla storia del territorio, è alla ricerca di un testo leggero e di facile consultazione.

In un libro la storia delle strade meranesi

In foto: Fine 19esimo secolo: la Habsburgerstrasse, oggi corso Libertà

“La nostra storia personale è fortemente legata al vicolo dove si è imparato ad andare in bicicletta, all’angolo del primo appuntamento. I nomi di queste strade manterranno sempre un posto particolare nella nostra memoria personale. Nonostante la loro presenza capillare, nella nostra vita quotidiana però, non pensiamo mai davvero a cosa rappresentano quei nomi.” L’introduzione pubblicata sul secondo volume della collana Merabilia (edita dal Palais Mamming Museum) intitolato “Meran/o – Straßennamen und ihre Geschichte/Storie di strade” spiega in maniera molto esplicita (e nelle due lingue che si parlano in Alto Adige) lo scopo di Pietro Fogale e Johannes Ortner: fornire ai cittadini di Merano uno strumento con cui leggere la storia della città sul Passirio attraverso i cambiamenti dei nomi delle sue strade.
La prima parte della pubblicazione è costituita da tre saggi in cui i due autori ricostruiscono le vicende storiche che stanno alla base delle scelte odonomastiche degli ultimi due secoli: dal periodo asburgico (quando si iniziò a celebrare la famiglia reale e gli eroi tirolesi dedicando loro delle strade), alla Belle Époque, quando Merano si affermò come centro turistico di fama internazionale e nacque un “Adressbuch”, uno stradario, che tra 1882 e 1933 conobbe ben dodici edizioni, oltre a numerose mappe della città. Si passa poi all’Annessione, quando la situazione dell’odonomastica cambiò radicalmente e vennero introdotti i primi nomi italiani, e dunque il fascismo e la sua caduta. Ampio spazio è riservato agli anni del miracolo economico, quando la città conobbe un nuovo sviluppo urbanistico. Sorsero così il rione dei musicisti, tra l’ospedale e via Verdi, e quello degli scrittori, nella zona dei Greutenwiesen a Maia Bassa, tra la passerella sul Passirio e l’ippodromo. A partire dagli anni ‘70 e ‘80 nella denominazione odonomastica si cominciò ad allontanarsi dal modello celebrativo dell’eroe per dare spazio a chi era stato vittima del nazi-fascismo.
Nella seconda parte del libro le strade vengono prese in considerazione e descritte una per una. Una curiosità: a Merano ci sono 209 strade, 77 di queste sono dedicate a persone, 11 portano nomi di santi, quattro sono date e solo tre sono dedicate a personaggi femminili: Claudia de’ Medici, Anne Frank, Albertina Brogliati.

Velocity Radio: le interviste in tandem

Velocity Radio è una video-radio a pedali: è un progetto di produzione di podcast in cui alcuni giovani tra i 16 e i 35 anni intervistano persone interessanti della città di Bolzano con una bici cargo, in cui l’intervistatore conduce e l’ospite siede davanti. Verranno pubblicate due puntate a settimana, a partire dall’inizio dell’autunno fino alla fine dell’anno. Il progetto prende ispirazione da RadioBici, rubrica di Radio 105. Le interviste complete verranno pubblicate in formato audio e una versione ridotta sarà disponibile in video. La prima puntata è stata pubblicata giovedì 22 ottobre sul sito web www.cooltourbz.wixsite.com/cooltour. Per non perdersi la pubblicazione delle puntate, si consiglia di seguire i canali social delle associazioni coinvolte. Il progetto è promosso dall’Associazione La strada/Der Weg (con il centro giovani Villa delle Rose e la redazione di COOLtour) in collaborazione con il centro giovanile Bluspace dell’Associazione Musica Blu. Il progetto è sostenuto dall’ANG, l’Agenzia nazionale per i giovani e dall’Ufficio Politiche giovanili della Provincia autonoma di Bolzano ed è supportato dal Comune di Bolzano.
Al progetto partecipano anche alcuni volontari del Corpo europeo di solidarietà, una nuova iniziativa dell’Unione Europea che offre ai giovani delle opportunità di lavoro e di volontariato (nel proprio paese o all’estero) per prendere parte a dei progetti dedicati all’aiuto delle comunità europee. Il progetto aiuta a far conoscere meglio la città di Bolzano ai volontari che l’hanno scelta come destinazione per fare le loro esperienze e per partecipare in modo attivo con gli altri giovani al progetto Velocity. I giovani coinvolti affronteranno e si faranno promotori dei valori fondativi della società e della civiltà europee: libertà, parità, senso critico e inclusione. L’obiettivo di Velocity è quello di mappare la città, conoscere e far conoscere i nuovi cittadini, operatori del terzo settore, promotori dell’ecosostenibilità, imprenditori e altri cittadini che possono contribuire con la loro memoria storica della città al racconto delle storie di Bolzano, che Velocity racconterà.