Per più di un secolo il nome di Merano in tutto il mondo è stato associato, per molti, al suo ippodromo, alla sua storia ed alla sua rinomata lotteria. L’attuale impianto ha un progenitore; le cronache infatti ci narrano che già nel 1896, nella stessa area venne realizzata una prima pista destinata alle corse dei cavalli sul piano e ad ostacoli. Nel 1900 viene abbozzata una struttura più consolidata, ma bisognerà aspettare altri 28 anni per dare luogo all’impianto che oggi conosciamo. Ad attuarlo viene chiamato a Merano il più importante architetto di architetture sportive dell’epoca. Il suo nome è Paolo Vietti Violi (Grandson/Svizzera 1882 – Vogogna 1965). Fu il primo architetto italiano a laurearsi all’ Ècole Nationale Superieure des Beaux-Arts di Parigi nel 1905. Nel 1911 aveva già realizzato l’ippodromo di San Siro, nel 1923 quello di Monza e di Grosseto, nel 1924 quello delle Capannelle a Roma, nel 1926 quello di Agnano a Napoli e nel 1928 delle Cascine a Firenze. In quello stesso anno, nel 1928, a Merano realizza un primo impianto dotato di due piccole tribune perfettamente simmetriche e la pista viene definita nella forma attuale. Ma, nel 1935 per dare maggiore prestigio internazionale alla corsa dei cavalli di Merano ed alla lotteria con essa associata, verrà ampliata notevolmente la capienza delle tribune. Gli spettatori divisi , fra pubblico e tribuna d’onore arriveranno a ben 15.000. Il linguaggio formale sarà quello della architettura razionalista, geometrie semplici con pensiline aggettanti di ben 12 metri, pilotois alla Le Corbusier, scalinate monumentali disposte simmetricamente. Sui fianchi oblò finestrali richiamanti l’architettura marittima. L’ippodromo di Merano diventerà ben presto il più importante d’Europa e la sua lotteria diventerà il suo traino più importante. Per decenni infatti essa, vanterà di essere, fra le lotterie nazionali esistenti, quella col più ricco montepremi. Su via delle Palace le pure e semplici architetture dell’ippodromo ne fanno qualcosa di monumentale e di maggior riuscita dell’architettura razionalista presenti in Alto Adige. Al progetto dell’ippodromo verrà affiancato il maneggio per i cavalli, con 260 box , denominato Borgo Andreina.
Chi era Paolo Vietti Violi
L’architetto Paolo Vietti Violi nasce a Grandson, Vaud, nella Svizzera francese da genitori italiani, per la precisione ossolani, che lì risiedevano per ragioni di lavoro. Studia a Ginevra e Parigi. Ottiene il diploma di Architetto alla Scuola Nazionale e Speciale delle Belle Arti di Parigi (École Nationale Supérieure des Beaux-Arts) nel 1905. Diviene il primo architetto italiano diplomato dal Governo francese. Si trasferisce a Milano, dove nel 1914 si ri-laurea al Regio Istituto Tecnico Superiore, al fine di esercitare la sua professione in Italia. Inizia la carriera come designer nel campo delle strutture sportive quali ippodromi, campi di gara, stadi e le loro strutture complementari.
Lavora in Italia ma anche in diversi paesi dell’Europa centrale, realizzando diversi progetti in Turchia, successivamente in India, Africa orientale e meridionale, America. Nel 1907 sposa Maria Biraghi Lossetti, un’ereditiera aristocratica dei signori di Vogogna Biraghi Lossetti, dalla quale ha l’anno seguente il figlio Emanuele, che diventa architetto e suo collaboratore a Milano. È un ufficiale di artiglieria in Genova durante la prima guerra mondiale e nel 1944 diventa sindaco di Vogogna durante la repubblica partigiana dell’Ossola. Vietti Violi muore a Vogogna a 83 anni, il giorno di Natale del 1965. Stava ancora lavorando sul campo di regata Parilly di Lione e presso la nuova chiesa di Villadossola coadiuvato dal suo assistente del momento, l’architetto Vladimiro Francioli. Durante la sua vita Vietti Violi realizzò progetti di opere religiose, fra cui anche la chiesa parrocchiale di Cermes, in Alto Adige.
Immagine principale: Raccolta Helene Oberleiter
Autore: Flavio Schimenti