Un principe-frate fra le mura del convento dei Cappuccini

Il nome di Giovanni Battista da Modena forse non ci dirà un granché. Se a tale nome aggiungiamo Alfonso III d’Este allora il racconto della nostra storia, che andremo a narrare, ci  parrà un po’ più chiaro. 
Alfonso d’ Este, principe di Ferrara, Modena e Reggio Emilia, appartenente ad una delle casate più antiche d’Europa (1039), abbandonò i propri abiti nobiliari ed i pregi di corte, per indossare l’umile veste del saio cappuccino. Prese il nome di padre Giovanni Battista da Modena dopo aver abdicato nel 1629 ed al suo superiore del convento di Bologna chiese di essere mandato in missione. Il superiore lo accontentò e il frate venne inviato al convento dei Cappuccini di Merano. Il suo arrivo mise in subbuglio tutto il territorio tirolese ed i loro regnanti, i quali avevano favorito la costruzione dei conventi cappuccini in quasi tutte le località del Nord e del Sud Tirolo. La costruzione di quello dei Cappuccini di Merano era recentissima, 1615, realizzata per volere del vescovo di Coira e della casata degli Asburgo. 
Gli stilemi dell’architettura cappuccina, uguali in tutto il territorio del Tirolo, della Baviera e del Veneto, erano stati dettati dalle regole edilizie prescritte dal frate fabriciere Antonio da Pordenone. Presente anch’esso nel nostro territorio, egli aveva coniugato lo stile e la semplicità francescana con la razionalità palladiana e l’ispirazione della architettura alpina.

Padre Giovanni Battista, arrivato a Merano nel luglio del 1629, infervorò subito la piazza meranese con le sue possenti prediche. Divenne ben presto famoso, tanto che altre città ed altri conventi richiesero la sua presenza. Venne chiamato ad Innsbruck, Ratisbona, Gorizia e Milano. 
A Merano vi restò poco meno di due anni fra il 1629 ed il 1631. Nelle sue note si lamentava del clima rigido e poi anche scriveva : “Son più Italiano che Todesco … e mi rammarico per le tante calamità che affliggono l’Italia…”.
La sua presenza a Merano, come quella di tanti frati, non venne dimenticata: l’Ordine dei frati Cappuccini divenne fra i più amati dalla popolazione altoatesina; nel convento dei Cappuccini della città del Passirio gli venne eretta una piccola edicola, con la sua immagine tutt’ora venerata e custodita gelosamente.
Il principe – frate tornò verso le proprie terre natali e si spense in quel di Castelnuovo il 24 maggio del 1644, mantenendo però un caro ricordo dell’esperienza meranese, dove finalmente aveva ritrovato, come disse, “l’animo quieto”.

Nell’immagine principale: il convento dei Cappuccini

Autore: Flavio Schimenti

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