Il 3 maggio è per Bolzano uno dei giorni in cui si ricordano eventi tragici del “secolo breve”, come quelli della “Battaglia di Bolzano”. Mentre le armate tedesche erano in fase di ripiegamento, ci furono incidenti e scontri a fuoco tra reparti tedeschi e pattuglie della Divisione partigiana Alto Adige, con episodi ancora al centro della discussione storica. Ci si chiede anche da chi fu scatenata la “Battaglia di Bolzano”. Da una parte si imputava ai soldati e alle autorità militari tedesche di aver sparato sugli operai della zona industriale, intervenuti per salvare le installazioni industriali. Ebbe un certo ruolo, però, la disorganizzazione di entrambe le autorità, quella del CLN e quella tedesca, nella delicata fase di passaggio, con varie trattative, dalla guerra alla pace. Quando dei paracadutisti, circondata l’area, irruppero nella stabilimento Lancia per liberarvi soldati tedeschi, al rinvenimento di cadaveri di commilitoni la rappresaglia fu tremenda. Si contarono 41 morti (39 uomini e 2 donne, 17 civili e 24 partigiani) e 35 feriti. Tra i civili venne ucciso anche uno studente bolzanino di 15 anni, Giorgio Sarri. A ricordo di ciò, lungo il muro dell’IVECO (ex Lancia) si trova una targa a firma “I compagni della Lancia” (vd. Qui Bolzano 4.10.2018). Va ricordato che nel 1946 all’interno dell’ex Distilleria federale era stato inaugurato un cippo dedicato agli operai Virgilio Lorenzetto e Romolo Re; tale cippo si trova ora, girando a sinistra da ponte Resia, all’inizio di via Siemens, dopo Biasion Gardencenter. I due partigiani sono così ricordati “Esemplari operai che per la liberazione e redenzione d’Italia e la difesa di questo stabilimento colpiti dagli ultimi conati della barbarie nazista caddero avvolti nella luce del loro ideale. A perenne ricordo e monito la maestranza pose – 3 maggio 1945”.
Virgilio Lorenzetto, manovale, nato nel padovano il 19 giugno 1906, era sposato con Clelia Bellini; Romolo Re, impiegato, originario di Modena, era nato il 2 dicembre 1904.
Autore: Leone Sticcotti