I primi nomi propri riferiti al territorio furono sicuramente quelli dei corsi d’acqua. Molti idronimi, secondo lo studioso Hans Krahe, risalgono ad una lingua proto-europea antecedente le invasioni dei popoli indoeuropei. La ragione è pratica: i fiumi fungevano da confini e spesso anche da vie di comunicazione. È significativo il fatto che questi autentici fossili linguistici siano rimasti in vita per millenni passando indenni – o con piccoli adattamenti – da un popolo all’altro, da un’epoca a quella successiva.
Allo stesso modo, la nascita degli insediamenti stabili produsse un’infinità di denominazioni attribuite a villaggi, poderi, campi, ruscelli eccetera. I nomi erano scelti in base all’aspetto, all’utilizzo, all’origine o anche al proprietario del luogo (come i prediali romani, molto frequenti anche in Alto Adige).
Nel comune di Laives, vecchi documenti come il catasto teresiano, bandi d’asta fallimentare o contratti di compravendita o donazione di epoca medievale (per esempio l’urbarium di Mainardo II del XIII secolo elenca i nomi di alcuni masi da lui acquisiti a Laives: der hof bi der Aiche overo Aichner, hof in der Ekke, Wigand) sono ricchi di microtoponimi oggi purtroppo completamente dimenticati. In una vecchia cronaca del periodico “Volksblatt” leggiamo per esempio: “La scorsa domenica è scoppiato un furioso incendio nella casa di tale Johann Curti in località Rauth”. Già nel 1863 medici e levatrici del luogo erano obbligati “a garantire i loro servizi nelle località di Lent, Raut, Spital, Kölbeln, Thaler, Biegeleben, Welschmühle … “
Uno dei toponimi storici è pertanto quello di Raut. Esso si riferisce ad una zona che originariamente comprendeva una vasta area tra le odierne vie Marconi e F.Fizi fino al maso presso la fossa provinciale chiamato per l’appunto Rautgut. Oggi questo nome è quasi scomparso e si parla piuttosto della zona “Curti” dal nome dell’ultimo proprietario.
Ma che significa Raut? Sappiamo che è, con varie varianti (Rungg, Ronca, Reut), una denominazione molto diffusa in Trentino Alto Adige. Il termine deriva dall’antico verbo tedesco “reuten”, oggi roden, ossia dissodare o disboscare. Secondo Grimm, reuten o roden significa rendere coltivabile un terreno mediante l’eliminazione di cespugli e alberi.
È dunque evidente che in origine quella zona fosse ricoperta da vegetazione e nel corso del medioevo, probabilmente in concomitanza con una massiccia immigrazione da Nova Ponente, dove nel XIII secolo molte famiglie furono costrette ad emigrare verso la Bassa Atesina o il Trentino a causa di una carenza di terreno coltivabile e una notevole crescita demografica. Allo stesso tempo il fatto che fosse scelto questo nome significa anche che le altre aree del comune erano già state precedentemente rese coltivabili.
Autore: Reinhard Christanell