A causa della sua posizione privilegiata, panoramica e climaticamente mite, nel corso del XVII / XVIII secolo Maia Alta venne scelta dalla nobiltà meranese come luogo ideale per soggiornarvi. Vi sorsero numerose residenze nobiliari: Winkl, Rundegg, Reichenbach, Erlach, Rottenstein e Knillenberg. La storia di quest’ultima, in particolare, parte qualche secolo prima, quando Andrea Knillenberg, eroe della guerra contro i Turchi del 1493, chiese all’imperatore Massimiliano I la concessione per costruire una propria dimora nel meranese.
Egli acquistò nel 1513 un terreno a Maia Alta dagli allora proprietari, i signori di Zekolf, già in possesso di un castello del XIII secolo. La precedente costruzione venne in parte ristrutturata con l’aggiunta di una torre occidentale, mentre il palazzo residenziale venne sviluppato su tre piani sul lato nord ed altre costruzioni di servizio sorsero sul lato sud. Nel 1614 i Knillenberg cedettero il castello ad Hans Eckhard von Rosenberg; il nuovo proprietario vi apportò delle modifiche sostanziali, ponendo mano a forti interventi di trasformazione.
Il castelletto divenne una dimora tardo – rinascimentale, seguendo le nuove esigenze dell’epoca. Per eseguire tale intervento venne chiamato uno degli architetti più brillanti di quel periodo presenti nel territorio tirolese: Francesco Lucchese. Il progettista di origine italiana aveva operato con successo ad Innsbruck, riportando gli echi dell’architettura manierista lombarda e romana nelle vallate alpine. Fra il 1614 ed il 1616 mise mano alla residenza nobiliare, trasformandola in comoda abitazione rinascimentale.
Mantenendo l’aspetto severo del castello, come avviene in quasi tutti i manieri dell’ Alto Adige, lo trasformò in una maestosa architettura adorna di lesene, losanghe, timpani, frontoni e quant’altro. I torrioni medievali vennero trasfigurati in splendidi elementi verticali a base quadrata sui quali venirono a dipanarsi, su più livelli, tutti i linguaggi architettonici del mondo classico. La torre principale venne fatta culminare con una lanterna a base ottagonale sovrastata da una base quadrangolare.
A detti interventi ne seguiranno altri, apportati dagli altri proprietari che si sono succeduti.
Nella metà del ‘700 i Knillenberg tornarono proprietari della nobile residenza e nel 1776 il pittore Josef Wengenmayr adornò le sale degli interni con scene di gusto settecentesco. Lo stesso artista decorò la cappella ricavata sul torrione del lato sinistro. Nel 1960 il barone Kripp provvederà quindi al restauro dell’intero ciclo di affreschi.
Autore: Flavio Schimenti