Tra i pochi toponimi locali che fortunatamente si sono salvati (e speriamo non scompaiano come gran parte del vecchio paese), si trova quello di “Jauch”. Una parola dal suono misterioso che ci riporta in un lontano passato e che, come noto, si riferisce alla parte bassa, medievale, del vecchio paese, compresa tra l’originale strada statale e “la fossa” provinciale e la via Stazione e l’albergo Steiner. Stiamo parlando delle odierne vie Noldin, Galizia e Hofer.
Molto spesso, i microtoponimi sono espressione delle esigenze particolari e contingenti di un determinato periodo storico e perciò la nostra ricerca sul termine “Jauch” si svolgerà in quei temi “grigi” – ossia non bene esplorati e documentati – dopo il crollo dell’impero romano e l’arrivo del mitico re ostrogoto Teodorico (Dietrich von Bern, dove Bern sta per Verona), quando nella valle dell’Adige viveva ancora una popolazione di lingua romanica che riuniva in se antichi elementi retici e romani e, tutto sommato, ancora pochi tratti “cristiani”.
Soprattutto Baiuwari (successori dei Boieri, che significa uomini di Boemia) e Longobardi si contesero la zona alle porte di Bolzano e proprio a Laives, dove ebbe luogo una sanguinosa battaglia, passava il confine tra i due territori. Teodorico stesso favorì costantemente l’arrivo di nuovi coloni ai quali dovevano poi essere assegnati dei terreni da coltivare.
È presumibile che proprio in quest’epoca i campi verso l’Adige, già dissodati in epoca preromana e romana, fossero attribuiti a nuovi arrivati.
Che significa dunque “Jauch”? Si tratta sicuramente di un’antica unità di misura, derivata dal latino jugerum (da iugum, giogo, tiro di buoi), ripreso dalla lingua tedesca antica come “Joch”, “Juchart” e più tardi “jûchert” e ”iuchart”.
Il nostro “Jauch”, un autentico fossile linguistico che ci svela pagine importanti del passato, deriva dall’espressione medievale “Jauchert“ (vier jaugert weid nemb wir ein zil… quattro iugeri di pascolo noi prendiamo… scrive infatti J. Ayrer).
“Jauchert ist ein stück landes, so man mit einem paar ochsen in einem tag pflügen oder ausackern kan. andere beschreiben ein jauchert ackers 240 schuh lang, 120 breit“, scrivono i fratelli Grimm nel loro famoso dizionario (Jauchert è un campo che si può arare in un giorno con un giogo di buoi…).
In conclusione, possiamo affermare che il nostro “Jauch” ha trovato una duplice applicazione: da una parte come semplice unità di misura che designa un campo di 2519,9 m², dall’altra come toponimo per una nuova area coltivabile individuata in seguito all’arrivo di nuovi coloni ubicata appena fuori dalle mura del vecchio paese, ai margini del conoide e prima delle “Leiferer Auen”, pascoli paludosi che si estendevano dalla “fossa” provinciale fino al meandrico alveo dell’Adige.
Autore: Reinhard Christanell