La città della Belle Epoque si riflette nel ponte della Posta

Otto ponti attraversano il Passirio, nella città di Merano. Fra queste otto strutture a più campate che attraversano l’antico borgo meranese, oltre al cosiddetto “ponte romano”, una delle più suggestive ed affascinanti è senza dubbio il ponte della Posta. 
Venne costruito fra il 1890 ed il 1909, per opera e per commissione dei commercianti del borgo di Santo Spirito, per collegare l’ abitato al resto della città. Esso volle per bellezza e fascino superare tutti gli altri ponti presenti o in costruzione a Merano: siamo nell’epoca della Belle Époque, la città è avviata al turismo internazionale e riesce a far concorrenza alle più grandi capitali europee.
Il Ponte della Posta doveva racchiudere tutto lo spirito di quel periodo aureo. Come la Torre Eiffel diventerà un simbolo per Parigi, così questa struttura, insieme a tante altre, doveva assurgere a simbolo della città. 
Il ponte, oltre ad essere un piccolo capolavoro dell’ingegneria moderna, unisce elementi strutturali con elementi decorativi in una sorprendente armonia. 
Supera il Passirio poggiandosi su basamenti strutturali in pietra a carena di nave, gli archi ribassati sulle quali poggia tutta la struttura portante, gli intradossi e gli estradossi sono interamente decorati, con motivi geometrici a reticolo evidenziati dal colore in oro sulle superfici incavate. Alle ringhiere in ferro battuto con motivi floreali tipici del periodo Jugendstil – anch’essi tinti in oro – si alternano balaustre classiche in pietra, ispirate al seicento e all’arte barocca. In corrispondenza delle diverse campate si avviluppano e sporgono verso l’esterno elementi decorativi in ferro battuto, che esprimono la singolarità di questo ponte. 
Il motivo decorativo è rappresentato da nastri in ferro intrecciati, rivestiti in oro, alla cui base terminale sono posti ricchi tralci di foglie e di uva a grappoli, che dovevano fornire l’auspicio di un augurio, nel dare il benvenuto in città. Sui quattro pilastri angolari su basamenti in pietra vengono poste delle tessere mosaicate, quattro figure simboliche con grande risalto della decorazione in oro: in essi vengono rappresentate al contempo l’Aquila asburgica con la doppia configurazione (che guarda ad Oriente ed Occidente), l’ Aquila Tirolese e lo stemma della città meranese. 
Sembra quasi di vedere, ancora adesso, ufficiali austroungarici in alta uniforme insieme alle loro consorti con l’ombrellino parasole e le ricche gonne in crinoline, attraversare il ponte della Posta. Il ponte di un epoca perduta per sempre.

Autore: Flavio Schimenti

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