Peronospora #2

Era il 1761 quando si scoprì che semi di granaglie, immersi in una soluzione diluita di solfato di rame, erano liberi da funghi. Fu Millardet nel 1885 che portò alla nascita della poltiglia bordolese. Da lì a poco si svilupparono altri composti, tra i quali gli ossicloruri di rame e calcio, quelli tetrameici, le ossichinoline, gli ossiduli, il carbonato e l’idrossido di rame. Oggi come allora, tuttavia, emergono aspetti negativi sull’uso dei composti cuprici, legato soprattutto ai rischi tossicologici per l’uomo e l’ambiente. La concentrazione di rame totale nel suolo pari a 100 – 150 mg/kg è convenzionalmente riconosciuta come la soglia di tossicità di rame per piante e microorganismi del suolo, superata la quale si riduce la diversità batterica inducendo la predominanza di alcune specie da un lato ed evidenti sintomi di tossicità, sia a livello radicale che fogliare, associati a chiari squilibri nutrizionali dall’altro. Provoca parimenti gravi irritazioni alla pelle e agli occhi, mentre è tossico se ingerito, influendo persino sulla fertilità (studio ECHA).

La lotta alla peronospora in pieno campo si basa principalmente sulla sua prevenzione, durante il riposo vegetativo, tramite l’utilizzo di prodotti rameici e a base di zolfo. Nel BalconORTO vi consiglio caldamente di evitare prodotti così nocivi per la salute, che vi porterete poi nel piatto. Contro la peronospora, che, ricordo, si sviluppa in ambiente acido, è consigliato l’uso del bicarbonato di sodio diluito in acqua con l’aggiunta di un po’ di olio d’oliva o, in alternativa della zeolite.  Evitiamo terricci troppo argillosi, nel pomodoro rimuoviamo le femminelle e in generale teniamo ben areate le piante, recidendo i rametti troppo aggrovigliati. 

Il D.M. n. 33 del 22 gennaio 2018, entrato poi in vigore dal 2 maggio 2020 recita: “tutti i prodotti non classificati come prodotti da utilizzare esclusivamente per la difesa fitosanitaria di piante ornamentali (Pfn-PO) o prodotti per la difesa fitosanitaria di piante edibili (PFnPE) saranno a disposizione esclusivamente di utenti in possesso del certificato di abilitazione all’acquisto e all’utilizzo dei prodotti fitosanitari”. Tradotto in soldoni:  si introduce il patentino quale certificato di abilitazione all’acquisto e all’utilizzo di prodotti fitosanitari e si pongono forti limiti al loro impiego per tutti gli usi non professionali; difatti, dei 365 prodotti presenti sul mercato, solo 7 saranno acquistabili da hobbisti e appassionati del verde sprovvisti del patentino. 

Autore: Donatello Vallotta

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