La storia di Bolzano, città dipinta, ieri, oggi e domani

Se, recentemente, la città di Trento è stata definita come “città dipinta” grazie ai suoi magnifici palazzi pregni di affreschi nelle facciate e per il suo centro storico, lo stesso per molti versi lo si può dire anche per la città di Bolzano. La differenza, sostanziale, consiste nelle differenti vicende storiche che hanno coinvolto i due capoluoghi.
L’iniziativa del principe-vescovo di Trento aveva incentivato i ricchi signori della città, a dipingere le facciate dei principali edifici cittadini per diverse ragioni e Bolzano non poteva che fare altrettanto. Ma purtroppo le tragiche vicende che si sono succedute nelle due città e le diverse scelte drastiche hanno portato all’attuale stato di fatto. In sintesi: nel centro storico bolzanino i palazzi dipinti si contano sul palmo di una mano, al contrario di Trento.
Ma cosa ha inciso nella sostanza per determinare questi due percorsi così diversi?
In effetti si tratta di un argomento molto attuale, a mutare l’ordine delle cose sono state le epidemie, o come si dice attualmente le pandemie, dei secoli passati.
A Bolzano, come noto, si sono succedute le pesti del 1347, quella del 1478 ed altre gravi pandemie. Dei bei palazzi dipinti di Bolzano dunque se ne salvarono solo alcuni. Il rimedio adottato per “sanare” tutto fu infatti la calce, cosicché a Bolzano nei dipinti o nelle rappresentazioni del centro storico a partire dal XVII sec. troviamo per lo più facciate di un irrimediabile “bianco”. In pratica si salvarono solo: il palazzo Troilo di via Argentieri, l’edificio al nr. 43 di via dr. Streiter e qualche palazzo dei Portici (tra i quali l’antico Municipio) e di via Bottai.
Nel seicentesco palazzo Troilo appartenente alla nota famiglia di commercianti di origine roveretana possiamo ammirare una composizione geometrica a lombi composti a scacchiera di colore bianco e rosso, mentre intorno alle finestre compaiono cornici che mimano elementi scultorei.
Nell’ edificio di via dr. Streiter invece le immagini sono molto più complesse in un gioco di chiari e scuri, con due cavalieri si fronteggiano in un richiamo allegorico e simbolico che rimanda la lotta fra “il bene ed il male”, fra le “virtù” e la “perdizione”.
Solo a partire dall’800 a Bolzano si tornò alla pratica di dipingere le facciate e le opere principali si vennero realizzate dai pittori cittadini della famiglia Stolz.
Bella mostra ne sono: il palazzo Amonn di piazza Municipio, l’edificio della farmacia “alla Madonna” e tanti altri.
Nel nostro secolo si è tornati a dipingere le facciate, valorizzando soprattutto le periferie, per opera di tanti artisti. Per tale motivo oggi possiamo dire che anche Bolzano è una “città dipinta”.

Autore: Flavio Schimenti

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