È sotto gli occhi di tutti. Nelle ultime settimane il traffico nel capoluogo e sulla A22 ha raggiunto il limite, portando ad una serie di blocchi nella circolazione che preoccupano molto, dato che si sono manifestati in giorni feriali “qualsiasi”, senza grandi lavori in corso, in assenza di pioggia (e dell’annesso noto fenomeno della discesa a valle di turisti) e prima della ripartenza delle scuole. A tutti è risultato evidente un sostanziale aumento del traffico privato, sia locale che turistico, dovuto con ogni probabilità ai timori (legittimi) di contagio da Coronavirus sul trasporto pubblico. Si tratta di una mutazione di abitudini (i pullman turistici sono quasi del tutto scomparsi dalla circolazione ed i treni sono vuoti) che rischia di diventare se non permanente comunque di lunga durata. Suscitando forti preoccupazioni nel capoluogo, ad esempio in vista della paventata ripresa dei mercatini natalizi. In sintesi: l’autunno è alle porte, la scuola riprende in presenza e non occorre essere profeti di sventura per prevedere che il prossimo inverno sarà probabilmente una durissima prova per la tenuta dell’intero sistema della mobilità altoatesina. Perché – va detto una volta per tutte – da A22 e dal traffico nel capoluogo dipende tutta la mobilità in provincia di Bolzano. In primo luogo non ci sono varianti locali che tengano: volenti o nolenti il nocciolo e il cuore del sistema sta nella città di Bolzano. Non c’è più tempo per timidezze ed eterne trattative, false partenze e tentennamenti. Fa bene la giunta comunale di Bolzano a minacciare la chiusura degli accessi per convincere i comuni limitrofi, il comparto turistico e la Provincia, che il tempo è scaduto e che la revisione del sistema viario del capoluogo va posta come priorità delle priorità.
In secondo luogo e a maggior ragione il discorso vale per la A22. Quale interesse possono avere azionisti e concessionario nel rimandare all’infinito le decisioni sul futuro dell’arteria e le necessarie grandi opere per renderla adeguata ai tempi?
Recentemente si parla molto (e spesso a proposito) di libertà negate. Ecco: nei prossimi mesi correremo il concreto rischio di metterci da soli in una sorta di lockdown involontario. Incapaci di muoverci a casa nostra, solo perché non abbiamo saputo avere il coraggio di intervenire in modo tempestivo.
Il tempo è quasi scaduto. Diamoci una mossa.
Autore: Luca Sticcotti