Era il 27 aprile 2018, mi trovavo a Firenze nel Giardino dell’Orticoltura per l’evento “Libera Semina”, un altro appuntamento organizzato da Seed Vicious. A pochi passi dallo splendido Tepidarium del Roster, la serra di vetro e acciaio, allestimmo un laboratorio per i bambini. Con pazienza e leggerezza, alla presenza di genitori curiosi, imparammo e insegnammo questa pratica, quella dei proiettili di semi. Lì, per la prima volta, ho sentito parlare delle bombe di semi di Fukuoka. Ma cosa sono le bombe di semi? Le bombe di semi sono una pratica arcaica nata nell’Antico Egitto dei Faraoni dopo le inondazioni primaverili del Nilo. Una tecnica presente anche in Giappone con l’antica conoscenza “tsuchi dango” ovvero gnocco di terra, ripresa da Fukuoka. L’idea rivoluzionaria si basa sull’assecondare la natura, ridurre al minimo l’intervento umano e salvaguardare la biodiversità. Masanobu Fukuoka, botanico e filosofo giapponese, è stato il pioniere dell’agricoltura naturale o del non fare, il padre della permacultura, un modo di coltivare senza lavorare il terreno e senza mai lasciare scoperto il suolo. è colui che si è avvicinato maggiormente alle rese industriali senza mai ricorrere alla chimica. In tempi più recenti le bombe di semi sono diventate una pratica adottata perfino da guerrilla gardening: nato negli anni 70 a New York e diffusosi rapidamente in tutto il mondo è un movimento di persone attivamente impegnate nell’utopica – ma concreta – missione di strappare le loro città dal grigiore e dal degrado. Potremmo definirli anche dei moderni Robin Hood, che, stanchi di aspettare che aiuole e parchi trascurati tornino a rifiorire da soli o che qualcuno intervenga per riqualificarli, si rimboccano le maniche e, zappe in spalla, scendono in strada, di giorno o di notte, per piantumare o prendersi cura del verde pubblico.
Non ci sono quantità fisse di ingredienti per creare le bombe di semi, l’importante è che l’argilla inglobi terriccio, compost, semi e acqua. Dopo averle fatte asciugare e compattare possiamo lanciarle o adagiarle semplicemente sul terreno, aspettando che la natura faccia il suo corso. Gli ingredienti necessari allo sviluppo delle bombe sono terriccio, compost, semi e argilla che le aiuteranno a svilupparsi e ad essere protette dallo strato di argilla appunto.
Possiamo testarle nel BalconORTO e finanche nel giardino di casa. Si tratta di un esperimento pedagogico -botanico molto interessante, che in futuro potrebbe essere ripreso anche da enti istituzionali, quale programma scolastico. Con qualche accorgimento potrebbe essere la chiave di volta di arboricoltori e tecnici del verde per rimboschire impervie aree boschive completamente andate perdute a causa di maledetti piromani o per opera di elementi naturali, come i fulmini nelle foreste siberiane e Vaia, bostrico tipografo permettendo.
Autore: Donatello Vallotta