La storia andò diversamente: in occasione di un concerto a cui Madder non ebbe possibilità di prendere parte, il resto del gruppo, per non perdere l’ingaggio, decise di arruolare un altro front man, un DJ senza esperienze da cantante ma con una grinta e una capacità di calcare il palco davvero uniche. Quel DJ era Agostino Accarrino, gli Stary Most finirono lì e da lì – nel nome dello spirito del rock’n’roll – cominciò la storia della Spolpo Bluers Band.
Era il 1981, esattamente quarant’anni fa. Della Spolpo originale è rimasto solo Accarrino, ma dei suoi quattro soci attuali, a ben vedere, uno (il chitarrista Eric Siviero) è in formazione dal 1989, il batterista Jack Alemanno dal 1990, il bassista Haifisch Heidegger è con loro dal 1995 e l’ultimo arrivato Alex Trebo (tastiere e direzione d’orchestra) si è unito alla Spolpo nel 2000; e se la matematica non è un’opinione, vuol dire che la formazione è la stessa ormai da ben ventun anni, vale a dire oltre metà della propria esistenza.
La Spolpo Blues Band è la mischung ideale di cui l’Alto Adige avrebbe bisogno non solo a livello musicale, se la politica imparasse infatti dalla musica tutto sarebbe più facile. Nella Spolpo convivono infatti più culture e più etnie: italiani, tedeschi, ladini, mistilingui riescono a stare perfettamente in equilibrio generando energia che sul palco – a livello locale – fa ancor invida, al di là dei personali gusti dell’ascoltatore.
“Quando ci troviamo a fare le prove nella saletta ARCI di Vipiteno – ci racconta Accarrino – in realtà non diciamo che facciamo prove, diciamo facciamo musica, perché la voglia di suonare insieme è tale che riusciamo ad andare avanti per tre ore senza fermarci. Soprattutto ci divertiamo e ci facciamo delle gran risate. E i brani che abbiamo suonato in tutti questi anni sono talmente tanti che a volte non ci ricordiamo neppure di averli mai eseguiti. Certo prima suonavamo molto in giro, ora ognuno di noi è coinvolto in altre realtà musicali affini alla Spolpo, ma tutte con una propria peculiarità che le rende indipendenti da quello che facciamo quando siamo noi cinque. Se siamo noi cinque è come se si scatenasse una reazione chimica unica e irripetibile. È la Spolpo e non ci sono altri termini per definirla”.
È lo spirito del rock’n’roll, puro e semplice, vissuto come lo si viveva dagli anni settanta in poi, qualcuno lo chiama classic rock, qualcun altro lo giudica una musica finita o quanto meno senza più nulla da dire. A molti però continua piacere, e non è solo una questione anagrafica. Per questo la Spolpo Blues Band per festeggiare i suoi quarant’anni di concerti ha deciso di organizzare un mini tour regionale di quattro date, col proposito di riproporsi al suo variopinto e fedelissimo pubblico pescando nell’immenso catino del rock-blues, sia esso di marca sudista, virato verso l’hard britannico o verso certa musica californiana.
Il primo concerto del tour sarà quello di Merano venerdì 3 settembre, con inizio alle ore 18, col duo Ghirardini/Biscuola e il trio di Lukas Insam in qualità di gruppi spalla: sede dell’evento il Pido DFL (già dopolavoro ferroviario il Pidocchietto).
Si prosegue domenica 5 alle ore 11 a Monte Cavallo, sopra Vipiteno, presso il rifugio Sterzingerhaus, anche stavolta con il Lukas Insam Trio ad aprire le danze.
Sabato 11 settembre la Spolpo sarà invece, senza opening act, al teatro tenda di Laives per il concerto Stop AIDS, inizio alle 21.30.
Ultima data del tour domenica 12, quando il gruppo tornerà ad esibirsi in altura, alle 12, al rifugio alpino Ütia de Börz, a Passo delle Erbe, con apertura a cura di Manuel Rainer e del trio Insam.
“Il repertorio – conclude Accarrino – è naturalmente quello che ci si può o deve attendere da noi, con qualche rispolverata, tipo brani degli ZZ Top, in onore del loro bassista Dusty Hill, mancato poche settimane fa”.
Autore: Paolo Crazy Carnevale