Negli ultimi giorni una serie di fatti avvenuti hanno rilanciato il dibattito su alcuni temi chiave.
Per prima cosa alcuni gravi incidenti stradali hanno posto nuovamente l’attenzione sulle regole del gioco in vigore e suoi nostri comportamenti in questi contesti, ma anche sui luoghi in cui la viabilità si esplica, per come sono fatti e organizzati. Le molte segnalazioni da parte degli utenti sulle criticità e gli snodi pericolosi dovranno essere oggetto di grande attenzione da parte di chi, nella sfera pubblica, è chiamato a garantire la sicurezza. Ma allo stesso tempo tutti i rappresentanti delle categorie in gioco – pedoni, ciclisti, scooteristi, motociclisti, automobilisti, conduttori di grandi mezzi pubblici e privati – sono chiamati ad una nuova presa di coscienza nei confronti del senso stesso delle regole. Che, lo ricordiamo, sono fatte per essere rispettate anche da noi e non solo “dagli altri”.
Altri lutti ci hanno richiamato ad una vera attenzione nei confronti del profondo disagio umano che nella nostra terra apparentemente felice colpisce invece molte persone, alcune di esse anche di giovanissima età. Personalmente a me ha colpito nel profondo l’appello rivolto alla cittadinanza da parte di un padre reduce dalla tragica esperienza di dover accettare la scelta del figlio di interrompere la propria vita anzitempo.
La forza di questo genitore nel richiamarci a vigilare e ad essere vicini a chi ci sta accanto deve servirci a superare il pudore che tradizionalmente viviamo in queste situazioni. Spingendoci a rilanciare un patto di solidarietà che invece è garanzia per tutti, in una società degna di chiamarsi tale.
La terza notizia che a mio avviso merita attenzione è quella che riguarda l’ennesimo appello lanciato nel capoluogo (ma non solo) in merito all’ormai certificata scarsa capacità di accoglienza nella nostra terra, in termini di offerta di appartamenti in affitto.
Come è stato spiegato si tratta di una chiusura che fa male, perché mette i bastoni tra le ruote da una parte all’arrivo di manodopera qualificata di cui abbiamo bisogno e dall’altra all’accoglienza di giovani che scelgono la nostra università per qualificarsi. La vittoria del sì nel recente referendum a Berlino volto ad aprire la strada alla possibilità espropriare le case sfitte ai colossi immobiliari forse può farci riflettere,
anche in questo senso.
Autore: Luca Sticcotti