Hubert, l’americano

A giudicare dal folto (ma distanziato) pubblico ritrovatosi un paio di settimane fa al Ca’ de’ Bezzi per il concerto di presentazione del nuovo disco, c’era davvero molta attesa per questo Stop, nuovo lavoro del chitarrista brunicense Hubert Dorigatti; il quinto disco da quando l’artista è passato dal jazz strumentale degli esordi ad un rock blues molto radicato nella cultura e nel sound degli Stati Uniti, nonché il primo per la casa discografica milanese Appaloosa, piccola ma determinata label, molto impegnata nella promozione e produzione di artisti italiani d’ambito rock e di artisti americani e britannici di nicchia ma importanti.

“È stato Fabrizio Poggi –racconta Hubert – a suggerirmi di contattare questa etichetta. Lui aveva già collaborato come armonicista al mio disco precedente e come solista ha diverse pubblicazioni su Appaloosa. Così ho provato a mandare a Milano un po’ di tracce di prova del disco che avrei voluto fare e loro mi hanno incoraggiato. Il risultato è Stop che adesso è finalmente distribuito e che sto promuovendo anche dal vivo”.
Il giudizio sul disco è decisamente positivo, ogni singola nota sembra confermare prepotentemente la felice vena compositiva dell’autore e la sua propensione a realizzare dischi che sembrano prodotti in America, suonando talvolta anche più americani dei dischi di certi artisti che dagli Stati Uniti provengono.
Si tratta di un disco decisamente vario, mai ripetitivo, con una dozzina di nuove composizioni registrate tra il Mcwave Studio di Brescia e il Newport di San Lorenzo di Sebato, rispettivamente da Paolo Costola e Armin Rainer, con uguale perizia, mescolando nazionale e locale, come avviene anche per la scelta dei musicisti.
“Avevo finalmente l’occasione di fare un disco che potesse contare su una certa distribuzione anche in Italia – ci spiega Dorigatti – e mi sono detto che volevo i musicisti migliori. Così al basso ho chiamato Paolo Legramandi, che ha un curriculum eccellente, c’è naturalmente Poggi all’armonica, Michele Bonivento suona piano elettrico e un eccezionale Hammond, perché, ci tengo a dirlo allo studio Macwave abbiamo suonato con strumenti veri, praticamente dal vivo, tutti insieme. Mi piace lavorare col vecchio metodo, avere un vero Hammond e non un plug-in che ne riproduce il suono. E poi ci sono il banjoista inglese Dan Walsh, il vibrafono di Mirko Pedrotti, la batteria di Matteo Giordani, Max Castlunger e Adrian Kirchler alle percussioni”.
Il risultato è un disco molto equilibrato, arricchito poi dai cori di Laura Willeit, Evi Mair e Martin Perkmann, un disco che spazia dal rock blues, a volte puro rock (la turgida Mr. Nolan, uscita come singolo apripista qualche mese fa), a incursioni country (come in Good Old Days in cui primeggia il banjo di Walsh), fingerpicking (ascoltate Mama Will Do It Right in cui la chitarra acustica dialoga col vibrafono di Pedrotti) o addirittura d’atmosfera dixie come Walking con un eccelso lavoro vocale di Laura Willeit.
“Credo sia una delle mie peculiarità – prosegue il musicista – il jazz è stato molto importante per me, l’ho studiato molto a fondo e mi piace infilarlo senza esagerare in ciò che suono adesso. È il mio pallino, inserire nelle composizioni cose che vadano fuori dalla pentatonica, restando però sempre saldo nella musica che faccio, non per fare il figo o esibire un virtuosismo fine a sé stesso, piuttosto per non rimanere impastoiato in definizioni che mi stanno strette. Vedo che poi c’è la risposta da parte del pubblico, che apprezza. E non parlo solo del pubblico nostrano o europeo con cui ho a che fare di solito: avendo suonato in più occasioni anche negli Stati Uniti ho avuto dei feedback positivi, cosa che non è del tutto automatica. Mi dicono che la pronuncia inglese è buona, ma ci sto ancora lavorando, non credo sarò mai perfetto, l’importante è esserne consapevole”.
Per quanto riguarda la promozione di questo nuovo disco, Dorigatti punterà sulla formazione a trio vista in azione al Ca’ de’ Bezzi, con la voce di Laura Willeit e il bassista (e background vocalist) Giacomo Da Ros.
Nello specifico possiamo comunicarvi che sarà possibile vederli di nuovo in azione in città il prossimo 26 novembre al Laurin, dove sarà presente come ospite anche Fabrizio Poggi.

Autore: Paolo Crazy Carnevale

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