C’era una volta… piazza Gries. Tale affermazione sembrerà un po’ azzardata o pretestuosa. In realtà non è così lontana dalla realtà. Oggi la piazza ci appare solo come arteria di transito. Questo anche se i tratti iniziali dell’antico insediamento municipale agricolo, autonomo da Bolzano (fino al 1925), sono di fatto ancora tutti presenti.
Il complesso abbaziale, gli edifici storici sorti difronte ad esso, il municipio, la casa della Zecca ecc. Manca invece la caratteristica qualificante del luogo: la piazza. il problema sta nella conformazione attuale della stessa, che oggi ci appare estesa ed articolata. La zona su cui si trova la casa della Zecca, con il piccolo giardino e la Galleria Telser, fa ancora parte di Corso Libertà. La vera e propria piazza Gries inizia dal negozio “Lichtstudio” e si conclude con l’ex ristorante da “Abramo”, oggi da “Piero”. La “piazza” risulta ridotta e delimitata ulteriormente, al centro, da fioriere spartitraffico per incanalare gli automezzi nei vari sensi di marcia.
L’origine della situazione attuale è per lo più di natura storica. Nel 1935, quando Marcello Piacentini presentò in Comune il progetto del piano regolatore di Bolzano, tracciando il Corso IX Maggio (Corso Libertà) da ponte Talvera fino al centro di Gries, ne stravolse per sempre la sua conformazione originaria. A Gries da Bolzano si arrivava da via Venosta (oggi via A. Diaz) e la strada proseguiva per Merano dall’attuale via Vittorio Veneto in direzione San Maurizio e verso via Fago. Lì sorgevano i maggiori alberghi e residenze dell’alta borghesia e della nobiltà dell’impero Austro-ungarico. Quando arrivò il tram che collegava Gries a Bolzano (29.09.1908), esso ricalcava esattamente il vecchio tracciato storico. Lo spazio difronte alla chiesa fino agli anni ‘30 del Novecento era usato per mercati e fiere agricole, questo almeno fino alla costruzione del foro Boario di via Vittorio Veneto, oggi demolito. Negli anni ‘60 si propose di far confluire via Duca d’Aosta direttamente in piazza Gries. L’ingegnere Armando Ronca si oppose e propose invece la costruzione della galleria Telser con il relativo teatro comunale, evitando così un ulteriore stravolgimento del nucleo originario.
Oggi si tratterebbe di risanare le vecchie ferite e di proporre un concorso internazionale di idee per poter nuovamente valorizzare e recuperare la piazza nel suo peculiare valore ambientale, storico, artistico ed urbanistico.
Autore: Flavio Schimenti