Il sole si è abbassato, tanto che da mezzogiorno fino al primo pomeriggio la luce entra di traverso dalle finestre e regala un tepore piacevole, quasi più che in estate, ora che i muri esterni si raffreddano velocemente. Occhi di bosco sta raccogliendo gli ultimi pomodorini e friggitelli dalle piante in vaso nel BalconORTO, quando riceve la chiamata di Mirella, che gli chiede se ha funghi da regalarle, perché quest’anno non li ha ancora assaggiati. Occhi di bosco le risponde di esserci andato in settimana nel bosco, ma che era tutto secco; le ha promesso che entro la fine della stagione le avrebbe sicuramente raccolto un sacchettino. Terminata la telefonata occhi di bosco sente una voce “scusi, signore!” provenire dalla facciata delle casa e si sporge per capire la situazione: è il vicino del piano di sotto che gli chiede se c’entri qualcosa con la caduta di una polvere gialla che gli sta sporcando tutto il balcone. Occhi di bosco è abbastanza ordinato con le colture sul balcone, non innaffia eccessivamente per rischiare percolazioni ai piani sottostanti e rimuove anche le foglie secche; occhi di bosco spiega al sig. Rezzonico che si tratta del polline del cedro, una conifera molto diffusa in ambiente antropico, la cui fioritura avviene proprio in questo periodo (a differenza del cugino abete rosso, la cui pollinazione si verifica in primavera); trovarsi davanzali, biancheria stesa, piante, vasi e fughe delle piastrelle ricoperte di una pruina gialla è normalissimo in questi giorni, specie se nelle vicinanze vive un cedro del Libano: niente che una passata con secchio, stracci e acqua non riesca a rimuovere! Occhi di bosco ama la fotografia e segue con molta attenzione il foliage, sia in città che in montagna, perché i colori ed i riflessi delle foglie illuminate dal sole gli regalano una piacevole sensazione di bellezza e di benessere e trasformano in positivo anche gli angoli più anonimi o dove il cemento ha il sopravvento; tuttavia, non c’è da perdere tempo, perché la luce cala in fretta, come anche la resistenza delle foglie aggrappate alle piante, il vento è sempre in agguato e trovare giornate limpide con una luce adatta non è sempre così semplice. Per chi ama faticare con un cambio di vestiario, un sacco di stoffa, panini e acqua nello zaino; per chi parte senza itinerario e non sa dove arrivare o semplicemente si ferma ad ammirare i giochi di ombra e di luce sopra un letto di foglie a crepitare; per chi cerca l’armonia e sa che basta poco, ma che quel poco, oggi più che mai, venga preservato; per i solitari ed i timidi introversi, che nel grembo di muschi e licheni, di aghi e di foglie trovano sempre una strada, una fronda cui sostenersi, la montagna da ottobre si colora con le felci di giallo-arancione nel sottobosco, prosegue con le latifoglie fino alla doratura dei larici. Occhi di bosco, nel frattempo, è riuscito a raccogliere Cantharellus e Craterellus da donare a Mirella per una cenetta a base di funghi, nell’ultima uscita si è aggregato anche l’amico Nicholas per immortalare i colori autunnali.
Autore: Donatello Vallotta