A volte la natura sembra voler dare “schiaffi morali” anche alle opere di architettura più storiche e preziose.
È il caso dell’edera che ha rigogliosamente ricoperto di un caldo tappeto autunnale l’edificio al numero 105 di Vadena Centro. “
Si tratta di un edificio storico conosciuto come “Casa Mosna” dal nome della famiglia che governò a Vadena per ben 4 generazioni (Giuseppe Mosna 1945-1952, Alberto Mosna 1952-1974, Alfredo Mosna 1974-1990 e Carlo Mosna 1990-2005).
La casa segnava il vecchio ingresso al paese – il cui fulcro era il Maso Castello, sede anche il municipio del paese” ci ha riferito Martine Parise, vicesindaca di Vadena e autrice degli scatti. Immagini che lei definisce “Bosco verticale a Vadena”, citando i celebri palazzi progettati a Milano da Boeri Studio, due torri alte 80 e 112 m, che ospitano nel complesso 800 alberi distribuite sui prospetti, appunto “verticalmente”.
Insomma, una vegetazione equivalente a quella di 30.000 mq di bosco e sottobosco, concentrata su 3.000 mq di superficie urbana. Al contrario delle facciate “minerali” in vetro o pietra, lo schermo vegetale del Bosco filtra i raggi solari generando un accogliente microclima senza effetti dannosi sull’ambiente. ivo concetto del Bosco Verticale di Milano è l’essere “una casa per alberi che ospita anche umani e volatili”.
Anche se il Bosco verticale di Vadena non arriva a tanto, offre comunque una suggestiva visione di un abbraccio spontaneo, quello tra natura e architettura.
Autrice: Caterina Longo