Cosa vuoi fare da grande? Se la risposta a questa domanda è “l’artista”, la reazione dei familiari, a seconda del contesto, può essere di sgomento e magari di sconforto (se non di disperazione). Intanto perché il mestiere dell’artista non è ben definibile come quello del medico, del pompiere o dell’insegnante – detto in soldoni, non si capisce bene cosa faccia tutto il giorno un /un’artista e soprattutto perché, a meno di non essere molto celebre e quotato, il lato economico della professione ha un peso non indifferente. Professione appunto, e non hobby. Ed è proprio in quest’ottica professionalizzante, che l’associazione culturale di Laives “Lasecondaluna” ha organizzato tre momenti di formazione gratuiti per supportare i giovani artisti emergenti nelle strategie di promozione, anche riguardo ai social media. “Facebook per artisti” è il titolo del workshop in programma per tutta la giornata di sabato 27 novembre presso la Sala Espositiva di via Pietralba a Laives. Nel laboratorio, creato dall’esperta social media manager Roberta Creazzo, si guarderà a Facebook come strumento di promozione personale, per realizzare una strategia di contenuti, analizzando le funzioni più utili e gli errori da evitare. Anche il secondo momento di formazione, sempre guidato da Roberta Creazzo e in programma per sabato 4 dicembre, guarda al mondo digitale e in particolare a Instagram. Questo social, che dà grande importanza alle immagini, è considerato per eccellenza lo strumento ideale per crearsi un gruppo di “seguaci”, affezionati, quelli che una volta si definivano “fan” e oggi si chiama “community fidelizzata”. Come sopra scritto, gli incontri sono gratuiti, ma è necessario prenotarsi inviando una mail all’indirizzo info@lasecondaluna.eu indicando nome e cognome del/i partecipante/i. Mascherina e Green Pass sono obbligatori.
Questo mini ciclo è iniziato però lo scorso 10 novembre, con un incontro a Laives intitolato “Artista & Galleria. Appunti per un percorso condiviso”. Protagonista della conversazione è stata Camilla Nacci, gallerista e curatrice presso Cellar Contemporary e Studio d’Arte Raffaelli a Trento. Come si “seleziona” un artista? Qual è il profilo dell’artista emergente? Come si valuta un’opera? Queste le domande affrontate durante la serata, che, ci ha raccontato Amanda Filippi, direttrice de “Lasecondaluna”, ha riscontrato un successo ben oltre le aspettative. “Hanno partecipato una quarantina di persone, che hanno fatto tantissime domande – l’incontro è durato ben oltre il previsto. Era la prima volta che organizzavamo questo tipo di attività ed è emerso chiaramente quanto fosse concreta l’esigenza di avere informazioni su questi temi, non solo da parte di artisti emergenti, ma anche da parte di artisti di altre generazioni” così Filippi. Alla relatrice Camilla Nacci, abbiamo chiesto inoltre qualche impressione sulla serata, per chi se la fosse persa.
Nacci ci tiene a fare una premessa. “È un tema, quello della professionalizzazione, che mi sta molto a cuore perché quotidianamente sono confrontata con artisti che provano a proporsi e nella maggior parte dei casi non lo fanno in modo efficace. Il primo approccio è importante perché è alla base di un rapporto– quello tra artista e galleria – che porta ad un legame profondo di stima e fiducia che è poi quello che dà grande soddisfazione in questo lavoro.
Quali sono i classici errori da non commettere?
Spedire una mail con in copia tutti i destinatari, da cui si evince che il messaggio è stato inviato a tutte le gallerie italiane, oppure la mancanza di cura formale nella presentazione delle opere con immagini sfuocate e non professionali, che non dicono nulla sul percorso, sul lavoro dell’artista. Ma anche inviare delle buone immagini dei propri lavori, ma senza uno “statement” (dichiarazione, ndr) con un accenno alla propria poetica… questi sono gli scivoloni, di chi inizia ad approcciarsi in modo ingenuo. Naturalmente c’è una discriminante tra chi lo fa per hobby e chi sceglie di percorre questa strada appieno.
Ci sono differenze negli “errori” tra gli artisti giovani e meno giovani?
Come è facilmente immaginabile, in genere i giovani hanno più padronanza dei mezzi tecnologici e sanno utilizzarli in maniera più efficace.
Cosa può fare un/ una giovane artista?
Cercare di trovare un contatto dal vivo, diretto, ed instaurare un rapporto personale, non solo con i galleristi, ma anche con altre professionalità del settore, come i critici, curatori, professionisti museali.
Ma come vengono selezionati gli artisti per la galleria?
È un mix di diversi fattori: ci è capitato di selezionare artisti in cui ci siamo imbattuti frequentando il mondo dell’arte -fiere, gallerie, musei- e attraverso la ricerca personale. In casi più rari – che contenerei su dita mano- abbiamo accolto una proposta che ci è arrivata direttamente. In questo senso, preferiamo essere autonomi.
Quanto conta la pancia e quanto la testa nella scelta?
Direi un 50 e 50%, ma parlo a titolo personale! Conta in parte l’istinto e in parte il poter leggere un percorso solido, una crescita in chi hai di fronte.
È poco noto, ma le gallerie hanno un ruolo importante nel sostenere l’arte…
Certamente, a livello economico potrebbero rappresentare il maggior sostegno di un/una artista, non solo per la vendita di opere, ma anche per la promozione, la produzione delle opere e l’inserimento in alcuni canali importanti per veicolare il lavoro.
Un consiglio che daresti a un artista?
Tenere ordine nella propria produzione, avere obiettivi chiari, una poetica pura, sapere come ci si vuole posizionare, insomma chiedersi “che tipo di artista voglio essere? Dove voglio andare?” E poi fare i passi dovuti con umiltà, guardandosi in giro e non restare chiusi nel proprio studio.
Autrice: Caterina Longo