Fino all’inizio del XVIII secolo, era un prete della parrocchia di Bolzano a prendersi cura delle anime del paese – ovviamente dietro congrua remunerazione. Qualcuno di costoro borbottava per il cammino di due ore sullo stradone polveroso ma poi, giunto a destinazione, aveva modo di rimettersi in forze nella vecchia canonica adiacente alla chiesa. Quella nuova sarebbe stata costruita soltanto nel 1860. Invece la chiesa, a quanto pare finanziata dal nobile Heinrich von Lichtenstein, è citata dal 1386: ma è probabile che quell’anno sia stata soltanto ricostruita. Dice infatti un antico documento che “in villa Leifers quedam capella in bonorem sancti Antoni confessoris antiquitus constructa existat” ossia esistente “da tempi antichissimi”. Ad ogni modo, il principe vescovo di Trento Alberto conte di Ortenburg la inaugurò nel maggio 1386, accordando ai fedeli un’indulgenza di 40 giorni affinché “cupientes igitur, ut capella sanctorum Sigismondi Regis et Martyris, Nicolai pontificis et confessoils et Antonii confessoiis in Leuvers (altrove anche Leyvirs) diocesis nostra dedicata congruis honoribus veneretur” – in sostanza invitandoli a rendere i dovuti onori (e congrui tributi) al nuovo edificio di culto dedicato ai santi Sigismondo (poi andato perduto), Nicola e Antonio.
Ovviamente a quell’epoca era più piccola di quella attuale e poteva contenere una sessantina di persone. Venne allungata nel 1650, poi nel 1856 avvenne un secondo ampliamento e la chiesa fu inaugurata dal beato Johannes von Tschiderer. La torre campanaria è più antica, del 1200 – a riprova del fatto che in quel luogo esisteva già un piccolo tempio cristiano, probabilmente succeduto ad uno pagano. L’11 ottobre 1440 venne invece inaugurato da Alessandro, patriarca di Aquileia, il primo cimitero: fino a quel momento, i morti dovevano essere tumulati a Bolzano e i famigliari in lutto si lamentavano più per la lunghezza dell’ultimo viaggio che per la perdita del caro.
Le messe che il curato era tenuto a celebrare erano elencate in una direttiva del 16 gennaio 1589 emanata dall’arciduca Ferdinando. La “paga” era di 18 fiorini. I battesimi sono registrati dal 1605, i decessi dal 1625. Il primo matrimonio compare nel 1711, quando venne finalmente creata la curazia di Laives. Dovevano essere celebrate almeno tre messe la settimana: una per la conservazione della pace, una per i vivi e una per i defunti. A causa dell’aria malsana, al curato di turno venne concessa anche una “Sommerfrische” (i famosi “freschi”).
Il primo curato fu Zacharias Hochleitner. Nel 1787 compare Johann von Kolb, noto per aver “portato” nottetempo la Madonna di Pietralba a Laives. Johann Bart, eletto nel 1801, fece richiesta di un secondo sacerdote di lingua italiana, poiché nel periodo napoleonico erano arrivate a Laives parecchie famiglie italiane. La richiesta fu respinta per motivi economici e alla necessità provvidero i curati “italiani” di Bronzolo.
Autore: Reinhard Christanell