Il 5 febbraio 1896, il giornale “Bozner Nachrichten”pubblica una curiosa corrispondenza da Laives intitolata semplicemente “Correspondenz”. Tema dell’articolo: i collegamenti tra Bolzano e Laives. L’anonimo corrispondente evidenzia i “grandi progressi di questo paese”, in particolare per quanto riguarda la salute pubblica. La regolazione dell’Adige e la bonifica della “Leiferer Au” hanno sconfitto il famigerato “Leiferer Tod”, come veniva chiamata la malaria.
Inoltre, grazie alla realizzazione, a metà del secolo, della ferrovia da parte della “Südbahn”, Laives è diventata una località turistica. Unico neo: la collocazione della linea ferroviaria al centro della valle anziché in prossimità degli abitati. Circostanza, questa, sgradita sia agli abitanti che ai potenziali turisti.
I bolzanini dell’epoca amavano dirigersi “verso meridione” nelle loro gite domenicali fuori porta. A Laives, diversi locali pubblici si attrezzarono per questa promettente attività, che portò in paese non solo singoli visitatori e famiglie ma anche diverse associazioni del capoluogo per i classici “Törggelen”.
Ma non mancano le note dolenti: in primis che la realizzazione della ferrovia “in mezzo alla valle dell’Adige a metà degli anni cinquanta, a quanto pare per contenere le periodiche alluvioni, deve ritenersi una vera e propria calamità. E ciò non solo per le piene stesse ma anche a causa della lontananza delle fermate e stazioni dai centri abitati.
Va detto – prosegue il cronista indignato – che nelle belle domeniche e festività centinaia di persone di entrambi i sessi si dirigono verso Laives per trascorrervi qualche ora lieta: chi per pedes apostolorum, chi in carrozza o a cavallo e infine chi sullo sbuffante cavallo d’acciaio. Cantori, sportivi, pittori, letterati e altri escursionisti raggiungono la “Pfleg”, dove li accoglie l’ospitale oste signor Ebner”.
Peccato però che “il cielo sia ancora inclemente con i Schneeschuhläufer”(sciatori), perché la Vallarsa sarebbe “un vero paradiso per gli sport invernali e lo sci in particolare, che notoriamente viene molto praticato dai signori e dalle signore di Bolzano. Ma c’è il problema della distanza della stazione dal paese”.
Il progetto di spostare la linea ferroviaria era stato abbandonato, malgrado ogni anno non meno di 2000 o 3000 pellegrini si recassero a Laives per poi raggiungere Pietralba.
“Costoro, quando non arrivano a piedi, sono costretti ad affrontare la noiosa marcia dalla stazione fino all’imbocco della Vallarsa mentre la realizzazione di una fermata in prossimità della romantica valle sarebbe di grande beneficio sia per la popolazione sia per i viaggiatori – nonché un buon affare anche la per la società ferroviaria, e ciò sia d’inverno che d’estate. Perfino la vicina Bronzolo ne trarrebbe grande profitto”.
Ma ci sarebbero voluti altri quarant’anni per vedere il tram (e non più il treno) arrivare in paese.
Autore: Reinhard Christanell