Ormai tutti lo sanno, il lungo lockdown che ha caratterizzato gli ultimi mesi dello scorso anno ed i primi di questo è stato fonte d’ispirazione per molti artisti, e non solo in campo musicale. Qualcuno ha cominciato a scrivere nuovo materiale, qualcun altro si è dedicato alla registrazione di musica già composta: per Francesco Tancredi, fiorentino di nascita ma altoatesino (e molto altro) d’adozione, il lockdown è stato l’occasione, vista l’impossibilità di fare musica dal vivo, di dedicarsi a quella che a lui piace definire “musica dal morto” e per mettere a punto un bel tributo ad uno dei suoi musicisti preferiti, il padre della canzone d’autore francofona Georges Brassens, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita.
“Ho sempre amato la canzone d’autore – ci racconta Tancredi – da piccolo i miei favoriti erano Jannacci e Dalla, sulle cui musiche mi cimentavo a rifare dei testi miei. Poi mi sono appassionato alla musica afro americana, dal soul al blues al jazz. Da lì al cominciare a suonare in piccole band il passo è stato breve, che fosse punk o rock. A diciott’anni ho fatto una produzione teatrale/musicale basata sull’Opera da tre soldi di Brecht, in collaborazione con Stefano Bollani, molto prima che lui diventasse famoso. Era il 1991, esattamente trent’anni fa, e siccome la traduzione dei testi che avevamo non ci soddisfaceva, Bollani ed io abbiamo riscritto tutti i testi.”
Negli anni successivi la vita ha portato Tancredi ad occuparsi di arte forme artistiche multimediali, facendolo trasferire per un certo periodo in Francia, dove è maturata la sua passione per Brassens che ci porta al suo recente lavoro musicale. Al suo ritorno in Italia ha ripreso contatto col mondo musicale, lavorando tra gli altri con Alfio Antico (già collaboratore di De André, Capossela, Eugenio Bennato) e dedicandosi alla produzione di uno spettacolo di musica/teatro ispirato alle ricette di Pellegrino Artusi; da oltre dieci anni l’Alto Adige, nella fattispecie Bressanone, è diventato la sua nuova terra.
“Dopo aver fatto un’esperienza musicale con Max Castlunger ed un musicista magrebino – prosegue Tancredi – mi sono imbattuto negli Opas Diandl, in particolare nella polistrumentista Veronika Egger, una musicista a trecentosessanta gradi che suona di tutto. Le ho proposto di lavorare insieme sulla musicazione delle poesie di Norbert C. Kaser. Sono stato totalmente conquistato da questo personaggio incredibile. Abbiamo poi inserito il nostro lavoro all’interno di un piccolo festival della canzone d’autore che ho organizzato per alcuni anni. Per questo lavoro abbiamo usato sia i testi originali che le bellissime traduzioni in italiano di Werner Menapace. È stata sicuramente una delle cose più belle che mi sia capitato di fare.”
Il progetto più recente del nostro, è, come annunciato in apertura, quello dedicato ai cent’anni dalla nascita di Georges Brassens, con un ritorno deciso a quella canzone d’autore che ha segnato l’origine della sua passione per la musica.
Il lavoro si compone di dieci canzoni postate una per settimana, sempre di venerdì su youtube: si è cominciato il 22 ottobre, il giorno della nascita dello chansonnier francese, con il brano Mourir pour des idées, che come le altre tracce postate in seguito si mette in evidenza per gli interessanti arrangiamenti orditi da Tancredi, che volutamente si è allontanato dall’impostazione classica, chitarra e voce, scegliendo tra l’altro di cantare tutto in francese.
“Brassens – ci dice il musicista – è conosciuto in Italia soprattutto per gli adattamenti, più che traduzioni, che delle sue canzoni ci ha tramandato De André, ma esistono anche delle vere traduzioni, dialettali però, realizzate rispettivamente da Nanni Svampa e Fausto Amodei . Al mio ritorno in Italia avevo anche tradotto alcune sue cose, prima di lasciare definitivamente la Toscana, ma per questo nuovo progetto ho preferito puntare sui testi originali. Ho suonato quasi tutto io, con l’eccezione del sax ad opera di Claudio Giovagnoli e del basso di Roberto Marangio. Per quanto riguarda la promozione, bisognerà vedere come si mettono le cose, qui in Alto Adige potrebbe concretizzarsi una serata al Dekadenz di Bressanone, ma per il momento l’unica certezza è che ci esibiremo a Parigi a febbraio, proponendo oltre ai dieci brani del disco, intitolato La soif des Dieux – La théologie de Brassens, anche delle traduzioni in italiano che avevo approntato appunto quando ancora stavo a Firenze.”
Autore: Paolo Crazy Carnevale