Shoah è un termine ebraico che significa “tempesta devastante”: tale fu lo sterminio sistematico e organizzato del popolo ebraico da parte della Germania nazista e dei suoi alleati durante il secondo conflitto mondiale. Sterminio che portò all’assassinio di sei milioni di ebrei d’Europa tra il 1939 e il 1945. Il Giorno della Memoria è la ricorrenza internazionale per commemorare le vittime della Shoah; la data scelta è il 27 gennaio perché in quel giorno, nel 1945, le truppe dell’armata rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia.
La ricorrenza quest’anno viene celebrata nella nostra provincia con un fitto calendario di appuntamenti e cerimonie, poiché Bolzano è stata scelta quest’anno come “Città della Memoria 2022”.
Auschwitz è uno dei nomi che tutti associamo alla deportazione e all’orrore dei campi di concentramento, orrore con cui vorremmo confrontarci come qualcosa che, seppur terribile e inimmaginabile è in qualche modo lontano da noi. Ma non serve andare troppo lontano nel tempo e nello spazio per trovare i fili che, anche nella nostra provincia, ci legano a quell’orrore. Come noto, dall’estate 1944 e fino alla fine della guerra a Bolzano, in via Resia, fu attivo “il campo di transito” nazista, da cui passarono migliaia di prigionieri politici e deportati verso i campi di sterminio. Ma i fili della storia non passano solo per il campo di via Resia; l’orrore non indossò solo le divise naziste, ma ebbe anche il volto di burocrati, funzionari e vicini di casa pronti a fare la propria parte nella “caccia all’ebreo”. Basta guardare, tra gli esempi possibili, in via Leonardo da Vinci a Bolzano. Qui al civico 20 abitavano Renzo Carpi, rappresentate di generi alimentari con la moglie Lucia e i tre figli Alberto, Germana e la piccola Olimpia. La mattina del 9 settembre 1943, Renzo e il figlio Alberto, di 17 anni, saranno i primi ebrei in Italia ad essere arrestati dopo l’armistizio dell’8 settembre -armistizio che aveva portato alla rottura dell’alleanza italiana con la Germania e quindi all’occupazione da parte dell’esercito tedesco dell’Alto Adige. Un arresto che, come indicato dalla storica Cinzia Villani, si colloca all’interno di iniziative a carattere locale, che anticiparono gli ordini ufficiali da parte del regime nazista. L’ordine di catturare i “Volljuden” da parte del SS Brigadeführer Karl Brunner arriverà infatti solo qualche giorno dopo, il 12 settembre. Per quanto riguarda il destino dei Carpi, di li a qualche giorno anche le donne di famiglia saranno arrestate e deportate ad Auschwitz-Birkenau, da cui non faranno mai più ritorno. La piccola Olimpia venne uccisa ad Auschwitz il 7 marzo – pochi giorni dopo avrebbe compiuto quattro anni. A lei la città di Bolzano ha dedicato, in via Visitazione, un parco giochi. Dal settembre 1943 molti altri arresti seguono in tutta la provincia: come tristemente noto, il 16 settembre a Merano -dove in passato si era creata una fiorente comunità ebraica- vengono arrestate e poi deportate dai nazisti 22 persone – in base ad una lista fornita dalla polizia italiana. Tra loro c’è anche Fanny De Salvo con la figlia, la piccola Elena, malata di tubercolosi e uccisa all’arrivo ad Auschwitz nel 1944.
Ida Kaufmann e Martin Krebs a Ora
Come emerso da ricerche e testimonianze, con la rigorosa attuazione delle leggi razziali fasciste e i provvedimenti di espulsione degli ebrei stranieri nella provincia di Bolzano, dal 1938 diverse persone di origine ebraica si trasferirono dal capoluogo e da Merano ad Ora, che allora faceva parte della provincia di Trento. Qui fu possibile per alcuni condurre un’esistenza nell’attesa di ulteriori sviluppi, non troppo lontano dalle città di provenienza, fino al 1943, momento in cui anche la Bassa atesina ebbe i suoi deportati. La sessantenne Ida Kaufmann lavorava come segretaria presso la ditta Steinkeller. Viveva in una stanza in affitto ad Ora e conduceva una vita modesta. E proprio ad Ora viene arrestata il 15 settembre per essere condotta in carcere a Bolzano e quindi deportata e uccisa ad Auschwitz. Oggi, anche grazie all’impegno della Bildungsausschuss di Ora con Irene Hager e alle intense ricerche di Donatella Vivian, la città ricorderà Ida Kaufmann e a Martin Krebs, anch’egli arrestato ad Ora e ucciso ad Auschwitz nel dicembre 1944, con due “pietre d’inciampo”. Le pietre saranno inaugurate in una cerimonia commemorativa sabato 29 gennaio alle ore 10, presso la piazza principale del paese (nel rispetto delle regole vigenti sul Corona virus).
INIZIATIVE A BOLZANO
Tra il fitto calendario di iniziative segnaliamo gli appuntamenti del Remember Festival (vedi articolo nelle pagine seguenti) e la mostra “1938-1945 La persecuzione degli ebrei in Italia ” al Teatro comunale di Bolzano, lun – ven ore 16 – 20, sab – dom ore 10 – 18, fino al 25.02, ingresso libero, super green pass e mascherina ffp2 obbligatori.
La mostra al Museo civico di Bolzano intitolata“Oltre quel muro – La Resistenza nel campo di Bolzano 1944-45“, presenta invece per la prima volta i documenti inediti che testimoniano l’incessante attività clandestina che coinvolse centinaia di persone dentro e fuori il Lager di via Resia, in aperta sfida alle SS. Al Cinema Capitol, il 3 febbraio alle ore 20 verrà proiettato “Il Sudtirolo ebraico” una serie di filmati che documentano la persecuzione delle famiglie ebraiche in Alto Adige, quasi sconosciuta a molti fino ad oggi. Il 10 febbraio, al Teatro Comunale va invece in scena “Se questo è un uomo. Uno spettacolo di Valter Malosti dall’opera di Primo Levi”, con repliche fino al 13 febbraio.
La Biblioteca civica, oltre ad ospitare numerosi incontri, propone, insieme alle succursali, diverse letture sulla cultura ebraica tra arte, letteratura e storia. Per il calendario completo delle iniziative intorno alla giornata della memoria vedi: eventi.comune.bolzano.it
INIZIATIVE A MERANO
A Merano il Giorno della Memoria viene celebrato con una serie di manifestazioni capaci di coinvolgere tutta la cittadinanza.
Sabato 29 alle ore 20.30 in Sala civica lo staff della Biblioteca presenta il recital a cura di Matteo Corradini dal titolo “Tra il mare e la sabbia – La vita di Virginia Gattegno”; nata a Parma da famiglia ebrea, trasferitasi a Rodi nel 1936, nel 1944 dall’isola greca fu deportata a Auschwitz con tutta la famiglia. Virginia è sopravvissuta ed è l’ultima testimone veneziana della Shoah. Voci recitanti: Valentina Ghelfi e Matteo Corradini; fisarmonica e Glockenspiel: Riccardo Battisti. Mercoledì 2 febbraio ci saranno le repliche per le scuole superiori.
Sono state inoltre organizzate due visite guidate: domenica 30 alle ore 10.30 in sinagoga con Pietro Fogale, e lunedì 31 alle ore 14 Joachim Innerhofer porterà gli interessati nel centro della città alla ricerca delle tracce ebraiche a Merano; l’appuntamento è in piazza della Rena.
Fino al 31 gennaio è visitabile la mostra bibliografica in Biblioteca civica dal titolo “Shoah e memoria“, e al Centro per la Cultura gli scolari delle scuole medie G. Segantini e K. Wolf si metteranno a disposizione dei visitatori fungendo da guide alla mostra “Stelle senza cielo – I bambini e la Shoah”, dal museo Yad Vashem di Gerusalemme. Tutte le manifestazioni sono ad ingresso gratuito con green pass rafforzato e mascherina ffp2.
Autrice: Caterina Longo