Tamayura è un termine del linguaggio poetico giapponese che indica qualcosa di molto prezioso ma di breve durata, giusto lo spazio di un momento; è anche il nome che un trio nato dall’incontro nella nostra regione di artisti con provenienza diversa, il cui disco, uscito proprio nell’anno della pandemia ha rischiato, a torto, di passare quasi inosservato, causa limitazione degli spostamenti e difficoltà nell’organizzare un’adeguata promozione a base concertistica.
Tutto è nato dall’incontro del sassofonista altoatesino Hans Tutzer con l’artista giapponese Karin Nakagawa, cantante, poetessa e in questo disco soprattutto musicista col suo koto, uno strumento a corda della tradizione nipponica che appartiene alla famiglia delle cetre. Tutzer, nato come batterista nella band giovanile degli Emphasis negli anni settanta, ma che è ora un apprezzato insegnante di musica, nonché membro di diverse realtà musicali come i Sax Four Fun e l’Ebnicher- Tutzer Project racconta così l’incontro con Karin Nakagawa: “Nel 2014 Karin ed io, che ancora non ci conoscevamo, siamo stati invitati a partecipare ad un workshop a Fiè, organizzato ogni due anni da Elisabeth Oberrauch. Si tratta di un’iniziativa durante la quale artisti, musicisti, attori vengono affiancati e si trovano a lavorare insieme per una settimana. Alla fine vengono presentati i vari lavori. Io sono stato sorteggiato per lavorare con Karin e abbiamo scoperto, oltre ad aver un grande affiatamento, che l’abbinata tra il suo koto e il mio sax soprano funzionava molto bene. Così è stato naturale decidere di continuare a sperimentare insieme”.
Karin Nakagawa, dal canto suo, pur essendo nata e avendo studiato in Giappone, negli ultimi anni è stata di base in Germania dove ha conosciuto il suo futuro marito, altoatesino: ecco spiegato l’arcano di come questa musicista che ha realizzato prestigiosi lavori approdando nel 2015 all’etichetta ECM, una delle leader per un certo tipo di musica jazz non tradizionale si sia trovata in Alto Adige. Il trio Tamayura si completa con il contrabbassista Paolino Dalla Porta, uno dei maggiori personaggi della scena europea nel suo strumento, nonché membro degli Oregon di Ralph Towner e Paul McCandless (ma i nomi inclusi nel suo curriculum potrebbero costituire una piccola enciclopedia del genere).
“Karin ed io – prosegue Tutzer – siamo andati ad un concerto degli Oregon a Bressanone, dopo lo spettacolo siamo andati a cercare i musicisti perché Karin aveva piacere di dare una copia del suo disco ECM a Towner, così abbiamo avuto occasione di parlare anche con altri del gruppo, tra cui Paolino, a cui abbiamo raccontato del nostro progetto come duo, è rimasto così ben impressionato che alla fine il duo è diventato un trio e nel giro di qualche settimana ci siamo trovati nel suo studio per provare!”.
Il disco è stato poi registrato all’inizio del 2018, in Germania, nello studio di Marco Ambrosini (anche lui del circuito ECM) che nel disco suona un’arpa tradizionale svedese parente stretta della viola d’amore oltre a figurare anche in veste di produttore insieme a Katharina Dustmann (che vi suona le percussioni).
Il risultato è un disco di notevole interesse, quasi interamente strumentale, eccezion fatta per alcuni interventi cantati dalla Nakagawa nel tipico stile vocale del Sol Levante: un perfetto equilibrio tra tradizione e jazz, una fusion non scontata che si lascia ascoltare come fosse un’attuale musica cameristica ricca di incredibili sfumature e passaggi, con brani composti da Tutzer e Nakagawa, in tandem ma anche per conto proprio o con altri partner, e con un brano firmato da Dalla Porta che nel disco è titolare con pieno diritto.
Dopo le registrazioni però, il disco è rimasto in stand by, un po’ per gli impegni di Dalla Porta e di Karin Nakagawa, un po’ perché Tutzer si è concesso il cosiddetto anno sabbatico e per un anno ha fatto un viaggio intorno al mondo. Al suo ritorno il Trio ha ricominciato a pensare a come pubblicare il suo lavoro. “Karin aveva da poco lavorato con una label norvegese che si chiama Losen Records, così abbiamo provato a rivolgerci a loro che sono stati ben disposti. Prima dell’uscita siamo anche riusciti ad esibirci una volta come trio in Umbria, ad un piccolo festival. Poi tutto si è bloccato, come tutti sanno. Il disco è uscito nel 2020, ma di promozione si è parlato solo nel 2021, quando Karin ed io abbiamo fatto qualche concerto in duo. Ora però si spera di poter riprendere il discorso e, se non ci saranno altri imprevisti, il 24 maggio siamo già in cartellone di nuovo con Paolino al Teatro Toniolo di Mestre.”
Autore: Paolo Crazy Carnevale