Una rapporto con l’ambiente da mutare in maniera radicale

Negli ultimi anni la transizione ecologica è entrata con prepotenza nelle nostre vite. In Italia l’ufficialità di questa importante dimensione prospettica – si potrebbe dire – è giunta nello scorso anno con la creazione di un vero e proprio ministero dedicato. Per la precisione: con “transizione ecologica” si intende un insieme di azioni rivolte alla sostenibilità dell’economia, per favorire il passaggio da un sistema basato sulle fonti energetiche inquinanti a un modello virtuoso incentrato sulle fonti verdi. Questi ultimi tempi, con i preoccupanti rincari dei costi dell’energia, stanno convincendo anche gli scettici (o freddi) dell’urgenza di una vera e propria “conversione” in questo senso. Ma la transizione ecologica ci porta inevitabilmente anche a ripensare il territorio in cui viviamo e il rapporto che intratteniamo con esso. Sulle pagine dei nostri giornali ci siamo soffermati di frequente sulle ferite che i cambiamenti climatici stanno provocando alla nostra belle terra tra i monti. Le vaste zone mutilate dalla tempesta Vaia, i dissesti idrogeologici, i lunghi periodi privi di precipitazioni, le medie di temperature periodiche che sovente raggiungono livelli record verso l’alto; tutte queste cose ci costringono di fatto a ripensare alle forme di turismo che ospitiamo. E una riflessione particolare va senz’altro riservata al turismo invernale. A questo proposito il clima ci ha lanciato frequenti segnali che non possono restare inascoltati. Non è solo una questione etica, ma proprio una prospettiva economica quella che ci deve portare, in tempi brevi, ad una trasformazione del nostro turismo invernale in un’ottica rispettosa del clima reale che ci caratterizza. Il prossimo anno saremo chiamati a rinnovare il consiglio provinciale: pensiamo fin d’ora a privilegiare, rispetto alle proposte programmatiche dei politici che si candideranno, quelle che considerano in maniera matura e a lungo termine lo sviluppo economico e turistico del territorio. La nostra terra ha già manifestato in modo evidente la sua grande fragilità.

Autore: Luca Sticcotti

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