Mese febbrile per i custodi di semi, febbraio. Confinati, sparpagliati in bustine, vasetti, sacchettini o riposti e catalogati ordinatamente per specie e varietà, i semi sono quasi pronti… a toccare terra! Vaschette, piccole serre improvvisate, contenitori alveolari, semenzai riscaldati e apposite strutture con illuminazioni artificiali a led sono gli strumenti pratici per la germinazione. Nelle immediate adiacenze all’interno del nostro appartamento – se non disponiamo di uno spazio all’uopo – è già partita la colonizzazione di porzioni di stanze, davanzali, tavoli, ripiani che diventeranno zone off-limits in cui però ci sarà un angolo di primavera a portata di sguardo. Certo, sì, c’è anche un po’ di disordine tra il profumo di terriccio, la gioia incontenibile nel vedere spuntare i primi cotiledoni ed il brulicare di etichette, bastoncini, cartellini, guanti, post-it, stuzzicadenti, striscioline di carta colorate e scotch, per non dimenticarsi la data di seminagione o quali promemoria nell’aiutarci ad identificarne esattamente la varietà.
Peperoni, peperoncini e melanzane, che fanno parte delle solanacee, sono i primi protagonisti di queste settimane; considerata, infatti, la proverbiale lentezza di crescita i loro semi sono i primi che avranno bisogno delle nostre amorevoli cure. C’è chi li mette in ammollo in un sottile strato d’acqua, avvolti in uno scottex, come il sottoscritto, chi invece preferisce una soluzione più “morbida” come la camomilla, chi invece opta per il cotone imbevuto, altri per un involucro ermetico – ma bucherellato – per un minimo di ricircolo d’aria quale camera di germogliazione. Non ci sono metodi sbagliati, ma ci sono semi e semi, alcuni più pimpanti, altri più sonnolenti, altri ancora inadatti o più semplicemente sterili. Ad ogni buon conto sono loro che decidono quando dischiudersi! Fanno eccezione i semi di piselli e cavoli, che possono essere interrati direttamente nei vasi o in piena terra monitorando le varie fasi di sviluppo.
Fervono i preparativi anche per chi ha la fortuna di godere di un balcone, meglio se esposto a sud est ovvero a sud ovest. Anche i vasi sul balcone posso essere utilizzati come superficie per collocarci i recipienti con i nostri semenzai. L’importante è mantenere umido il primo strato umifero del terriccio in modo costante e prestare particolare attenzione al vento e al sole diretto, che nonostante sia inverno, sono già potenzialmente capaci di seccare in breve tempo le piccole piantine, come del resto il gelo notturno, reo di bruciare queste ultime se non opportunamente riparate o ricoverate in casa durante l’oscurità.
Autore: Donatello Vallotta