I cittadini ucraini residenti in provincia di Bolzano sono quasi duemila e di loro la stragrande maggioranza sono donne, per lo più impiegate nel nostre case nella cura degli anziani. Per loro questi sono giorni di grandissima apprensione. Con gli anni gli immigrati ucraini più fortunati sono riusciti a portare qui gran parte delle loro famiglie, ma la maggior parte di loro sono in ansia per i loro familiari in patria e per quello che potrebbe accadere. Percepiscono come quasi ineluttabile il destino di perdere definitivamente la loro sfida per un’effettiva indipendenza dalla Russia. Una scommessa che dura da trent’anni, ovvero dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica. Dal 1991 ad oggi la vita dello stato dell’Ucraina è stata turbolenta e caratterizzata dalla contrapposizione di interessi politici ed economici di ogni genere, in connessione con una situazione politica mai stabilizzata. Nel 2014 l’annessione russa della Crimea e la guerra a bassa soglia del Donbass non sono state altro che le premesse di quanto sta avvenendo in questi giorni. Per l’Europa che sta cercando di uscire da due difficili anni caratterizzati dall’emergenza sanitaria, si tratta di un pericolosissimo passo indietro nella storia. La presunta ineluttabilità di una guerra d’invasione che vede protagonista una delle principali potenze nucleari getta un’ombra che non può lasciare indifferente anche la nostra terra. Basti pensare alle conseguenze che la crescita incontrollata dei prezzi dell’energia sta avendo sulla nostra piccola economia locale. Ma più delle preoccupazioni sulla ripresa ora occorre che tutti noi, nessuno escluso, si sia in grado di riaffermare il fatto che no, nel 2022, non è possibile considerare ineluttabile un conflitto che rischia di causare danni incalcolabili e inaccettabili perdite di vite umane. è ora di esprimere dunque in maniera chiara la nostra vicinanza ai nostri concittadini ucraini e di fare tutto ciò che è possibile per rimettere in moto la diplomazia internazionale con lo scopo di frenare questa pericolosa spirale. Gli strumenti ci sono e vanno utilizzati.
La pace è un bene troppo importante.
Non può essere sacrificata, in nessun modo.
Autore: Luca Sticcotti