Sciangai, scritto come si dice. Sarebbe interessante fare una ricerca sul perché il vasto quartiere che si estende nella parte meridionale della città al di qua dell’Isarco abbia preso questo nomignolo mutuato dall’omonima (ma non omografa città cinese).
Il confine tra Sciangai e il resto della città è sempre stato piuttosto labile, propendiamo per un confine che si è spostato nel corso del tempo a seconda della memoria di chi ci ha abitato e vi è cresciuto, ma approfondire oltre l’argomento in questa sede potrebbe scatenare polemiche.
A noi interessa parlare di una canzone che è stata pubblicata su youtube nelle scorse settimane e che ora è anche colonna sonora di un video distribuito gratuitamente in DVD che include anche un altro video, più lungo accompagnato da versi recitati da Emilio Insolvibile.
“Tutto è cominciato qualche anno fa – ci racconta Beppe Grandinetti, anima del progetto insieme a Luca Sommacampagna – mentre ero in sala prove con Coco Chinaglia, lui aveva un giro di chitarra attorno al quale si è sviluppata la canzone, intitolata Sciangai. Tra allora e la realizzazione del progetto è trascorso del tempo, ci sono state alcune traversie. Poi ho incontrato Luca, sciangaiolo come me e musicista, e la cosa ha cominciato a prendere forma. È lui che mi ha aiutato a dare forma al brano e che ha coinvolto altri musicisti.”
Grandinetti e Sommacampagna hanno così portato a termine il progetto non solo dal punto di vista musicale, per il quale si sono affidati ad altri bravi strumentisti e cantanti, ma anche sotto l’aspetto della ricerca e dell’assemblaggio di materiale fotografico e documentaristico che è finito a costituire le immagini che scorrono sulle sulle note della canzone. Il risultato è un omaggio sentito e molto riuscito ad un quartiere la cui storia è mutata paesaggisticamente non poco con l’abbattimento delle case semirurali che ne erano state la principale caratteristica.
“Fare un DVD oggi può sembrare un po’ fuori moda – spiega Luca Sommacampagna – ma volevamo che ci fosse un supporto fisico con il risultato del nostro lavoro, certo i video ormai girano con gli smartphone e sui social, ma ci pareva bella l’idea di poter dare qualcosa in mano alla gente.”
Il risultato del lavoro dei due appassionati sciangaioli di differente generazione è assolutamente godibile e ben riuscito, frutto degli sforzi congiunti di un gruppo di lavoro allargato che ha lavorato bene coinvolgendo molte persone.
“Innanzitutto – prosegue Sommacompagna – per poter depositare il brano alla SIAE ci siamo affidati a Tiziano Astolfi che ha anche fornito materiale video/foto dal suo archivio. Poi ci è parsa una buona idea chiedere ad un paio di cantanti storici, proprio provenienti dal quartiere, di dividere con Beppe le parti cantate del brano, così ci siamo rivolti a Memo Emeri e Macao Timpone che hanno aderito con entusiasmo. Per la parte suonata, io mi sono occupato della batteria e dei cori, Daniele Ceccarelli ha suonato il basso, Giorgio Fiore le tastiere e Gregor Marini ha curato gli arrangiamenti, suonato le chitarre e ha provveduto alla regia, dalla registrazione alla produzione.”
Il risultato è un brano eccellente, ben fatto, professionale e accorato: le tre voci si mescolano bene e ciascun vocalist mette davvero l’anima nella propria interpretazione, con un plauso particolare a Memo, che nonostante età e acciacchi ha una voce ancora parecchio grintosa. Insomma, una canzone che funziona, qui un altro plauso va indubbiamente alla produzione di Marini, e che racconta il quartiere attraverso immagini di repertorio: nei filmati si riconoscono senza fatica sia il giovane Grandinetti che il giovane Astolfi, ma soprattutto emerge la fisonomia di Sciangai, i volti, gli sguardi e le anime dei suoi abitanti. L’anima. Perché quello che sono riusciti a fare Sommacampagna e Grandinetti è lontano da scontate, facili e già ascoltate marchette musicali dedicate a una Bolzano o a un Alto Adige da cartolina: Sciangai, il quartiere Don Bosco, le semirurali non sono mai stati patinata meta turistica e le immagini finali delle ruspe che abbattono e vecchie case riportano lontanamente alla mente la storia cantata dal rocker californiano Ry Cooder dedicata al quartiere Chavez Ravine, a Los Angeles, che subì analoga sorte negli anni cinquanta.
“Ricordo persone – è Macao Timpone a raccontare ora – che non avevano idea che esistesse in Cina un posto con lo stesso nome e che si facevano mille meraviglie spalancando gli occhi quando ti dicevano: hai visto? In Cina c’è una città che si chiama come il nostro quartiere…”
Il gancio finale, per la realizzazione del brano e la sua diffusione sono stati l’appoggio della circoscrizione Don Bosco presieduta da Alex Castellano e dell’associazione CooolTour: “Castellano e Roberta Catania – ci dice Sommacampagna – sono stati importanti per concretizzare questo progetto, così come tutti coloro che ci hanno fornito con piacere il materiale filmato usato sia per la canzone che per il video con la voce di Emilio. Tutte persone animate dalla stessa filosofia positiva per cui tenersi le cose nei cassetti senza condividerle non è di alcuna utilità per nessuno.”
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POLEMICHE
Tra la stesura e la pubblicazione di questo articolo, attorno al brano dedicato a Sciangai sono scaturite polemiche infuocate riguardo alla paternità del brano: posto che la somiglianza tra il brano dei Dedy CEMM e quello cantato da Grandinetti/Macao/Memo è innegabile, posto che con ogni probabilità farà fede la data di deposito dello spartito alla SIAE, pensiamo che la verità – come spesso accade – stia nel mezzo e vogliamo astenerci dal commentare la cosa. Alla scena musicale bolzanina mancava giusto una faida del genere, non lontana da quelle che le bande di quartiere combattevano nei cortili di Sciangai negli anni cantati nel brano.
Peccato. Dispiace soprattutto per quelle associazioni e istituzioni che nell’appoggiare un bel progetto sono state messe in imbarazzo da una cosa che poteva essere evitata.
Autore: Paolo Crazy Carnevale