Nel passaggio tra via Renon e piazza Magnago si nota un monumento: è il busto del vescovo Geremia Bonomelli; poggia su una base in pietra con l’iscrizione “ JEREMIA BONOMELLI EPISCOPUS”, con la frase in latino: “ADEST MONET AD BONUM URGET”.
Chi era e cosa fece?
Geremia Bonomelli era nato da famiglia contadina il 22 settembre 1831 a Nigolino (Brescia). Dopo il liceo a Rovere nel 1851 entrò nel seminario di Brescia. Ordinato sacerdote nel 1855, dopo studi di teologia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, dal 1858 al 1870 insegnò teologia nel seminario di Brescia; fu anche parroco a Lovere.
Il 26 novembre 1871 fu consacrato vescovo di Cremona. Nel giro di qualche anno si convinse sempre più che nella Chiesa fosse necessario, dinanzi all’evolversi della società, un profondo rinnovamento.
Il suo pensiero fu tra l’altro contenuto in un saggio, pubblicato anonimo il 1° marzo 1889 nella Rassegna nazionale di Firenze, dal titolo “Roma e l’Italia e la realtà delle cose. Pensieri di un prelato italiano”.
Non mancarono le reazioni a tali posizioni, tra esse quelle del papa Leone XIII; il 21 aprile 1889 nella cattedrale di Cremona il vescovo ammise di essere l’autore del saggio, facendo atto di sottomissione al papa.
Numerosi furono gli scritti, come le Lettere pastorali, del vescovo Bonomelli; ebbe un certo clamore la Lettera del 10 febbraio 1906, dal titolo “La Chiesa e i tempi nuovi”.
Il vescovo Bonomelli si occupò molto anche dei problemi dell’emigrazione; è del 1896 la Lettera pastorale “L’Emigrazione”.
Nel maggio 1900 fondò l’Opera di assistenza per gli italiani emigrati in Europa, nota come “Opera Bonomelli”; l’intento era di fornire agli emigrati italiani un’assistenza materiale e religiosa.
Mons. Geremia Bonomelli morì a Nigoline il 3 agosto 1914.
La salma fu traslata il 5 ottobre 1920 dal cimitero di Cremona nella cattedrale; il sarcofago fu posto accanto all’altare maggiore.
Autore: Leone Sticcotti