SIGINT e la realtà indiretta

Nel precedente articolo della nostra rubrica, abbiamo parlato del fatto che la guerra si combatte anche su internet, secondo il seguente principio fondamentale: il mondo reale e quello digitale sono sempre più intimamente connessi; quindi interagendo col mondo digitale possiamo conoscere molto della realtà, e addirittura interferire con essa.
In effetti, è dall’inizio del 1900 che gli apparati militari intercettano segnali elettromagnetici allo scopo di ottenere informazioni importanti sul nemico. Ovviamente, “segnali elettromagnetici” e “internet” non sono la stessa cosa, ma il principio è lo stesso: ricostruire e interferire con la realtà attraverso uno “specchio” che la rappresenta indirettamente, ma in modo sufficientemente fedele. In gergo militare, l’acronimo SIGINT sta proprio a significare la “SIGnal INTelligence”: lo spionaggio focalizzato sui segnali elettromagnetici. SIGINT si suddivide in due branche principale: COMINT (“COMmunication INTelligence”) – lo spionaggio di comunicazioni tra persone; ELINT (“ELEctronic Intelligence”) – lo spionaggio di segnali elettronici a supporto delle comunicazioni (ma che non trasportano direttamente l’informazione comunicata).
Anche solo captando segnali elettronici a supporto della comunicazione si può sapere molto di quello che sta succedendo. Prendiamo uno degli esempi più minimali che possiamo immaginare: semplicemente intercettare che un cellulare si sta collegando alla rete satellitare da una certa posizione. In una delle nostre prime rubriche, abbiamo parlato del fatto che, per stimare quanto traffico c’è in un’area geografica, è sufficiente “contare” quanti cellulari sono collegati in quell’area, e con che velocità media si stanno muovendo. Secondo lo stesso principio, i militari possono decidere di bombardare un’area per il solo fatto che hanno intercettato un numero elevato di cellulari in quell’area, possibile indicazione di gruppi militari antagonisti (e se si tratta di civili, questo fa parte del terribile, cosiddetto “danno collaterale” della guerra). Questo è il motivo per cui i militari in Ucraina, dall’una e dall’altra parte, hanno l’indicazione di spegnere il GPS. Lo stesso principio può essere però utilizzato, all’inverso, per “imbrogliare”. In un contesto civile, è noto l’esperimento dell’artista Simon Wecker, che con un carretto pieno di un centinaio di cellulari è riuscito, nel 2020, a convincere Google Maps che Berlino fosse congestionata dal traffico. A riprova che questa intima connessione tra reale e digitale è sofisticata ma anche molto fragile.

Autore: Marco Montali

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