Tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo, gli equilibri europei furono sconvolti dalle guerre napoleoniche. Il millenario Sacro Romano Impero della nazione germanica conobbe il suo tramonto e, per così dire, nulla fu più come prima. Anche la Bassa Atesina fu coinvolta negli eventi di quel periodo turbolento, trovandosi i suoi territori sulla linea di confine tra le potenze belligeranti.
Nel giro di pochi anni, cambiò “padrone” per ben quattro volte. Il principato ecclesiastico di Trento, istituito nel 1004 da Enrico II a favore del vescovo tridentino Udalrico I e di cui Unterland e Oltradige erano parte integrante, fu soppresso al pari di quello di Bressanone. I trattati di Campoformio (1797) e di Luneville (1801) stabilirono che i principati ecclesiastici sarebbero serviti a indennizzare i principi tedeschi deposti da Napoleone.
Nel 1802 a Francesco II fu attribuita la piena sovranità su entrambi i principati vescovili, che vennero annessi all’Austria e uniti alla provincia del Tirolo.
Il 10 gennaio 1801, le truppe francesi salirono lungo l’Adige da Salorno verso Bolzano. La tregua armata tra le parti reggeva a fatica. Nessuno capiva quale fosse il suo destino e, per non sbagliare, nessuno voleva deporre le armi. I Francesi, che avrebbero dovuto ritirarsi, si fermarono tra Laives e Bronzolo e in quest’ultimo paese, stabilirono il loro quartier generale. Anche tutti gli altri paesi della Bassa furono occupati dai 5000 e più soldati di Napoleone, da Montagna a Magrè, da Aldino a Cortaccia. La linea di confine tra le due potenze correva da Bressanone a Bolzano e da qui a Merano fino in Valtellina. In questo modo, tutto l’argine destro dell’Adige e gran parte della Bassa Atesina vennero a trovarsi all’esterno della linea di demarcazione e rimasero di fatto in mano francese. In altre parole, due mesi di caos totale.
Il generale francese Poully pretese di esser accolto a Bolzano poiché, disse, “non si può pretendere che io soggiorni in paesi come Laives o Bronzolo”. A questo punto, il barone von Auffenberg si recò a Laives e presso l’albergo Grosshaus / Casagrande affrontò il generale nemico.
La parziale e provvisoria ritirata delle truppe francesi in Bassa Atesina si protrasse per alcuni mesi e non avvenne senza problemi: nel paese di Aldino, i contadini catturarono tre soldati sopresi a rubare e un quarto venne massacrato a bastonate. A Bronzolo, le truppe napoleoniche rimasero fino al 26 marzo, causando non pochi disagi e danni alla popolazione. In sostanza, le urgenze belliche impoverirono tutti i paesi e ridussero in miseria gran parte della popolazione. La piccola criminalità prese il sopravvento, raccolti andati in fumo, carestia e epidemie varie fecero il resto.
L’uomo di fiducia dei francesi era il trentino Simon Franz Fidel Mundig, curato del paese dal 1794 al 1818. Redasse, in quei giorni, un singolare e dettagliato elenco delle spese “di guerra” sostenute dal comune e dai singoli cittadini. Le case ossia famiglie erano complessivamente 68. Il comune sborsò di suo 15372 fl. e 37 kr. per il sostentamento delle truppe nemiche. Il curato – primo in lista – lamentò perdite per 89,06 fl. Ben 12 fl. gli costarono le guardie della canonica, il resto se ne andò in vino, fagioli, riso e altri generi di conforto. La compagnia di spedizioni di Sacco, che gestiva il trasporto delle merci sull’Adige, subì perdite per 331,45 fl. Per bottiglie e “bicieri” rotti 2,54 fl., per vino buono 37,30, per caffè e “zuccaro” oltre 20 fl., per 2 pajoli e 2 baccine grandi 35,30 fl. Si passa quindi alle spese sostenuto dal fabbro, dal medico, dal calzolaio eccetera. Il maso di Anton Psenner (casa v. Ferrari), subì “perdite” per 3000 fl.: qui erano alloggiate le truppe napoleoniche. Delle 67 case comprese nell’elenco del curato, a metà del secolo scorso (1950) erano rimaste a Bronzolo solo 7 famiglie: i Della Dio (Delladio), Fedrigotti, Lantschner, Valduga, v. Webern, Wiedenhofer e Wieser. Complessivamente, i danni subiti da Bronzolo ammontarono a 33700 Gulden. Non è noto se i danni siano stati risarciti o se la lista della spesa fosse rimasta, per così dire, lettera morta. Anche perché, fino alla sconfitta di Napoleone e alla restaurazione del 1815, con in mezzo l’insurrezione di Andreas Hofer contro i “liberali” bavaresi, passarono altri 15 terribili anni di guerra e povertà.
Autore: Reinhard Christanell