Peter Kolosimo – all’anagrafe Pier Domenico Colosimo fantascienziato e sessuologo popolarissimo anche a livello internazionale negli anni sessanta, autore di una ventina di saggi e tre romanzi – ha vissuto per quindici anni a Bolzano, dove ha imparato il tedesco e completato gli studi liceali prima di iscriversi all’università di Lipsia. Lo ricordiamo a cent’anni dalla nascita.
// Di Massimiliano Boschi
Pier Domenico Colosimo, “fantascienziato”, giornalista, sessuologo e scrittore, ha ottenuto uno straordinario successo internazionale negli anni Sessanta e Settanta del Novecento con la versione tedesca del suo nome: Peter Kolosimo.
E’ probabile, ma non certo, che questa scelta abbia a che fare con gli anni di permanenza a Bolzano, che, però, restano avvolti in un piccolo mistero. A misteri grandi, invece, Kolosimo deve il suo fenomenale successo. Perché li indagò e raccontò con intelligenza e straordinario talento: da Atlantide a Stonehenge, passando per l’isola di Pasqua e le linee di Nazca.
Nato il 15 dicembre 1922 a Modena e morto a Milano il 23 marzo 1984, Kolosimo si occupò di questo e altro, sesso compreso, in una ventina di saggi e in numerose riviste e quotidiani.
Come si diceva, i misteri a cui dedicò le sue pubblicazioni finirono per avvolgere anche la sua biografia. Lo conferma la moglie Caterina, conosciuta a Bolzano agli inizi degli anni ‘60.
In un’intervista rilasciata a gennaio scorso alla rivista “Ufo” ha, infatti, ammesso che esistono segreti del marito che nemmeno lei è riuscita a svelare. Tra questi, il periodo da partigiano in Cecoslovacchia e, soprattutto, la sua perfetta conoscenza del tedesco: “Non so come lo sapesse. Io l’ho studiato essendo nata a Bolzano, lui invece era nato a Modena e si era spostato in diverse città italiane, ma il tedesco non rientrava tra le lingue dei luoghi in cui era cresciuto”.
A dire il vero, numerosi articoli sostengono che Peter Kolosimo avrebbe frequentato il liceo prima di laurearsi all’Università di Lipsia in filologia germanica moderna. Il condizionale è d’obbligo, perché i documenti degli uffici anagrafe di Torino e Bolzano sembrano smentire questa versione.
è vero invece che Pier Domenico Colosimo nacque a Modena per caso. La madre Josephine Mosca, nata a West Hoboken nel New Jersey nel 1902, era di passaggio dalla città emiliana quando le iniziarono le doglie mentre il padre fu praticamente inesistente: non sposò la madre e contribuì solo economicamente alla crescita del figlio. Nemmeno la biografia su Kolosimo scritta da Alberto Silvestri (edita da “Il Ponte vecchio”) ci aiuta a comprendere con precisione dove Peter frequentò le scuole elementari. I documenti ci dicono unicamente che nel dicembre 1931 madre e figlio si trasferirono a Torino, da Urbino, e che lì rimasero fino al 1939.
Successivamente Peter venne “adottato” da una famiglia romagnola di Savignano sul Rubicone che lo aiutò a ottenere il diploma all’Istituto Magistrale nel 1942. Solo nell’estate successiva, Kolosimo arrivò (o tornò) a Bolzano dove si arruolò nelle file della Wehrmacht. Una scelta resa possibile dalla sua ottima conoscenza del tedesco e dalle sue passate frequentazioni sudtirolesi di cui, però, non abbiamo trovato alcuna traccia.
Escluso che abbia frequentato il liceo a Bolzano, dovremmo provare a immaginare che tra il 1924 e il 1931 abbia frequentato l’Alto Adige e, soprattutto, che abbia potuto apprendere il tedesco proprio mentre il fascismo ne vietava l’insegnamento.
Comunque sia, nell’autunno del 1943 partì per il fronte, venne ferito a un occhio nei primi mesi del 1945, e come raccontato più volte da lui stesso, durante la convalescenza entrò in contatto con la Resistenza cecoslovacca e decise di disertare per entrare tra le loro fila. Resta da comprendere quando si sarebbe laureato a Lipsia. Anche questa volta, i documenti anagrafici, invece di aiutarci a far luce sulla vicenda, la complicano. Ci dicono, infatti, che Kolosimo arrivò a Torino nel luglio del 1945, proveniente da… Tripoli.
Successivamente, iniziò a collaborare con “Sempre Avanti”, quotidiano della federazione socialista piemontese, che venne pubblicato tra il 1945 e il 1948 e – secondo la moglie Caterina, ma non solo – Kolosimo fu l’unico giornalista italiano presente a Berlino alle cerimonie per la “nascita” della Repubblica Democratica Tedesca del 7 ottobre 1949.
Effettivamente, solo nella versione piemontese de “L’Avanti” e non in quella romana, si trova una cronaca da Berlino sulla nascita della Ddr. è scritta dell’inviato Evi Shoenheit (sic!) che, evocando la bellezza eterna di “Ewige Schönheit”, appare come un perfetto pseudonimo in “stile Kolosimo”.
Ovviamente, pure in questo caso mancano le prove documentarie, anche perché dal 23 settembre 1949, Kolosimo risulta residente nell’ex Jugoslavia, dove si trasferì per dirigere Radio Capodistria. Lì rimase fino a che non venne cacciato per motivi politici e fece ritorno a Bolzano ad agosto del 1953.
Questa volta i documenti dell’efficientissimo Archivio Comunale di Bolzano ci danno qualche certezza e testimoniano che Kolosimo trovò accoglienza nella casa dello zio Roberto, fratello della madre, in via Piacenza 28. Negli anni immediatamente successivi, collaborò con l’Unità e iniziò a pubblicare racconti di fantascienza con lo pseudonimo di Omega Jim.
La strada del successo era ormai avviata. Nel 1957 pubblicò il suo primo libro: “Il pianeta sconosciuto” e il 9 agosto 1958 sposò, a Gries, Elke Lamp da cui si separò poco tempo dopo. Nel 1960, conobbe Caterina, di vent’anni più giovane di lui con cui incominciò una lunga e intensa relazione affettiva e lavorativa.
Nel dicembre del 1968, la coppia lasciò definitivamente Bolzano per Torino e l’anno seguente, Kolosimo vinse il Premio Bancarella con “Non è terrestre”, un saggio sull’archeologia misteriosa e sulla teoria degli antichi astronauti che divenne un best seller mondiale. Peter Kolosimo divenne così una “star internazionale” e da quel che si sa, non fece più ritorno a Bolzano. Ma anche di questo, ovviamente, non v’è certezza.
L’EVENTO
In occasione del centenario della nascita di Peter Kolosimo, il Movimento Universitario Altoatesino gli dedicherà un convegno e una serie di iniziative per riscoprire non soltanto” l’alto valore della sua figura umana e narrativa, sviluppatasi anche grazie ad una biografia personale decisamente avventurosa e ancora in parte misteriosa, ma anche il ruolo del personaggio all’interno dell’ambiente accademico ed editoriale. L’intento è quello di esplorare il mondo letterario del creatore di un vero e proprio nuovo genere comunicativo e del nuovo filone editoriale della fantarcheologia o archeologia misteriosa”.
Il convegno si svolgerà giovedì 15 dicembre 2022 a Bolzano, in presenza, e a Milano e Torino, in videoconferenza.