Quei frigoriferi che cambiano il mondo

Il pianeta dei frigoriferi
Scrittore: Mauro Balboni

Nel suo libro, il ricercatore Mauro Balboni (specialista in scienze agrarie, originario di Bolzano ma cittadino del mondo) lancia uno sguardo sul nostro futuro partendo da un oggetto che tutti abbiamo in cucina e apriamo più volte al giorno, eppure mai ci aspetteremmo che potrebbe essere una specie di “bomba a orologeria”, capace di innescare potenti reazioni a catena per il paese e l’ambiente. Parliamo del frigorifero, un elettrodomestico relativamente giovane se pensiamo che il primo esemplare con un prezzo accessibile viene lanciato in America nel 1927 dalla General Eletric. Da allora, in poco meno di un secolo, il numero di frigoriferi nel mondo è arrivato ad un miliardo, rivoluzionando radicalmente le nostre abitudini alimentari. Fin qui nulla di strano, a parte il fatto che il numero di frigoriferi sul pianeta è destinato letteralmente a raddoppiare in pochi anni alla fine di questo decennio, trainato dal gigantesco mercato di consumatori dell’Asia, e dell’Africa (l’assurdo è che qui comprano frigoriferi, ma in molte zone non arriva la corrente elettrica!). Insomma, un cambiamento epocale in tempi molto brevi, che porterà a un cambiamento nelle abitudini alimentari di dimensioni titaniche. Una domanda di cibo a cui la produzione agroalimentare è chiamata a rispondere. Il libro di Balboni, dati alla mano, ci mette quindi di fronte a tanti paradossi: se qui nel mondo ricco e occidentale si moltiplicano gli appelli alla frugalità collettiva, là nel mondo in prepotente crescita economica si mangia sempre di più; se noi invochiamo la “fine della carne”, là si consumano sempre più proteine animali. In questo scenario, le bocche da sfamare stanno crescendo al ritmo di circa 80 milioni all’anno.
Il capitolo “La fame di terra” fa luce su un’altra realtà meno nota e divulgata, che rischia di avere un impatto negativo sulla nostra stessa sicurezza alimentare: sottolinea l’autore “la terra coltivabile nel mondo, se misurata pro capite per ogni essere umano, è in calo dal 1960 e continua a calare. Inoltre, quella rimasta si trova “sequestrata” in ecosistemi forestali e naturali che i Paesi del mondo si sono impegnati a salvaguardare per mitigare il riscaldamento climatico e la biodiversità. Da oggi al 2050 dobbiamo produrre più cibo di quello prodotto finora, senza toccare altra terra. Un’impresa gigantesca e difficile.”
Insomma, “Il pianeta dei frigoriferi” non fornisce ricette facili salva-mondo, ma offre, invece, una mappa e una bussola per orientarsi in quello che sta succedendo, sul fronte dell’agricoltura e del cambiamento climatico. Un libro indispensabile per farsi un’idea oggettiva del futuro nostro e globale e che non a caso è stato presentato dall’autore nella “sua” Bolzano in un’intensa tre giorni di incontri e riflessioni sul futuro organizzata lo scorso 14-16 giugno da “Alto Adige Innovazione” e intitolata “Three Days for Future”.

Autrice: Caterina Longo

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