Siccità: facciamo il punto

Temperature molto alte rispetto alla media stagionale già da maggio e estrema scarsità di precipitazioni. Anche in Alto Adige la siccità si fa sentire. Ne abbiamo parlato con i responsabili nel nostro territorio. Al momento la situazione non è drammatica, ma c’è grande attenzione in prospettiva.

Con l’arrivo dell’estate e le alte temperature che questa porta con sé specie in combinazione con i cambiamenti climatici, ritorna più forte che mai il complicato tema della siccità, sia a livello locale che globale.
Com’è la situazione, oggi, in Alto Adige?
Sebbene altre regioni d’Italia abbiano già dichiarato lo stato d’emergenza, la situazione a livello locale sembra essere migliore, ma non per questo semplice. Sorgono infatti una serie di interrogativi. Tra questi i principali, a ben vedere, sono tre.
A livello locale quali possono essere le dirette conseguenze a breve termine della siccità? Ci sarà un razionamento dell’acqua? L’agricoltura altoatesina potrebbe subire delle limitazioni?
Di tutto ciò ne abbiamo parlato con Flavio Ruffini, Direttore dell’Agenzia provinciale per l’ambiente e la tutela del clima, che ha sciolto alcuni nodi della questione.

Un lago glaciale ridotto quasi a zero

L’INTERVISTA

Sentiamo parlare sempre più spesso di siccità. Ma, di fatto, come può essere descritta la situazione a livello locale? Il tema tocca anche noi da vicino? E se sì, in che modo? 
A livello locale non abbiamo il problema di deflusso dell’Adige o una grave carenza di acqua, come invece il resto del nord est d’Italia. Nel primo caso, ci sono d’aiuto le precipitazioni e, nel secondo, abbiamo lo scioglimento delle nevi che, benché siano terminate quasi tutte a giugno, ci dovrebbero ancora fornire acqua. D’altra parte va però anche considerato che abbiamo avuto un autunno e un inverno con poca neve e pochi temporali, specie nella parte occidentale della Provincia, e quindi quest’anno abbiamo poche riserve di neve e acqua. Ora ci aspetta un’estate con temperature sopra la media e, in prospettiva, il periodo siccitoso che prosegue da mesi può diventare un problema.

E se la situazione dovesse aggravarsi?
Se la siccità si dovesse prolungare, per i territori sotto Trento il problema diventerebbe ancora più grave. Per questo è molto importante controllare il deflusso dell’Adige nelle stazioni di San Lorenzo (TN) e Boara Pisani (PD). Mantenendo infatti i due livelli rispettivamente sopra gli 80m3/s e 140m3/s di acqua si impedisce il ritorno del cuneo salino dal mare e si garantisce al Veneto l’irrigazione dei campi.

Visto il quadro generale, c’è quindi il rischio di dover dichiarare lo stato d’emergenza anche in Alto Adige?
Potrebbe essere, ma qui un ruolo centrale lo gioca l’Autonomia provinciale che, allo stesso tempo, però ci carica anche di senso di responsabilità.

Prevede la possibilità di veder arrivare un razionamento dell’acqua nell’uso quotidiano?
Dipende cosa si intende per razionamento. Faccio un esempio: se io mi faccio la doccia, l’acqua utilizzata ritornerà nel torrente. Se, invece, la vado ad utilizzare nel settore agricolo, l’acqua viene assorbita, evaporerà e quindi verrà persa.

Parlando proprio di agricoltura: immagina delle possibili limitazioni? Qual è la situazione circa gli invasi presenti sul nostro territorio?
La possibilità che, un domani, a seconda dell’evolversi della problematica venga introdotto un divieto di irrigare durante le ore di sole, è reale. Per questo bisogna anche chiedersi quale tipo di agricoltura ci converrà e quale sia davvero sostenibile in futuro. 
Un tema importante poi è quello dell’irrigazione dei prati: siamo certi sia un’azione necessaria? Una volta non veniva fatta; oggi, certo, aumenta la produzione, ma è da tenere conto anche il consumo dell’acqua.
Gli invasi sono veramente importanti, quelli presenti sono già d’aiuto, ma sicuramente ne dovremo fare altri, ottimizzando – grazie alla tecnologia – il loro utilizzo. Possiamo ancora migliorare molto.

Autore: Andrea Dalla Serra

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