Tristi bus…

Sono da sempre un utente del trasporto pubblico urbano, che alterno alla bici e alle gambe – nei miei spostamenti. Ho deciso di scrivere queste righe per manifestare la mia piena solidarietà agli autisti, soprattutto quelli di Sasa, che martedì scorso 12 luglio hanno deciso di scioperare per protestare contro le condizioni lavorative che si trovano a sopportare ormai da anni. A mio avviso è veramente incredibile che solo negli ultimi giorni gli amministratori locali si siano finalmente decisi ad aumentare gli stipendi di questi lavoratori, che per ore e ore si fanno carico di portarci a destinazione, immersi nel traffico spesso congestionato dei nostri centri urbani. Si tratta di un traffico reso molto più faticoso, ultimamente, oltre che da scelte sciagurate nella pianificazione urbana anche dall’assenza pressoché completa di controlli da parte di polizia municipale e forze dell’ordine a fronte di comportamenti sempre meno ligi alle regole da parte di tutte le categorie di utenti della strada: automobilisti, motociclisti, ciclisti, pedoni.
Vi offro una testimonianza personale. Negli ultimi anni viaggiando in autobus nel capoluogo mi è capitato di essere testimone e vittima di ben due situazioni incresciose. Nella prima si è trattato di un incidente – due signore sono rovinate a terra durante una frenata, facendosi male – che ha visto protagonista un autista in evidente stato di ebbrezza. Nella seconda io stesso ho rischiato di rompermi il naso e gli occhiali durante una frenata questa volta causata da un ciclista che ha tagliato la strada al bus. Ero ero seduto nel senso di marcia e sono andato a sbattere contro il pannello in plexiglas che si trova a fianco dell’uscita del mezzo. Un consiglio: sedetevi sempre in direzione opposta al senso di marcia. è l’unico modo per “salvarsi” in occasione di brusche frenate, credetemi.
Insomma: essere utenti dei bus Sasa a Bolzano recentemente è diventato veramente faticoso. A causa della mancanza di autisti spesso le corse saltano e ciò è particolarmente grave specialmente la domenica. Di tali disservizi naturalmente non c’è traccia, specifica, né sui pannelli elettronici alle fermate (dove ci sono) né sulla App “sudtirol mobil”. A ciò si aggiunge il nervoso per la presenza di molti utenti che con ogni evidenza salgono sprovvisti del titolo di viaggio e – ultimamente – della mascherina FFP-2 tutt’ora obbligatoria. I controlli? Già erano molto rari prima della pandemia…, l’ultimo controllore mi pare di averlo visto nel 2019, oramai.
Dulcis in fundo il cruccio del giornalista, ovvero gli annunci vocali che a Bolzano – di frequente – sbagliano (in italiano) le pronunce dei luoghi o dei personaggi a cui sono intitolate le fermate. Voci elettroniche, sì, ma gestite da gestori trascurati che sottovalutano pure questo. Purtroppo.

Autore: Luca Sticcotti

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