In queste settimane i giovani tra i 18 e i 28 anni possono presentare domanda per prestare il servizio civile provinciale. Un impegno di otto o dodici mesi a favore della collettività. La stessa possibilità è offerta anche a livello nazionale col servizio civile universale. Un’esperienza sempre arricchente, soprattutto se scelta in un’ottica di gratuità.
Otto mesi o un anno di servizio nei settori dell’assistenza sanitaria e sociale, del reinserimento sociale o degli interventi di emergenza e della protezione civile, dell’educazione, della promozione culturale o della tutela del patrimonio ambientale e artistico, della tutela dei diritti dei consumatori e degli utenti, delle attività di tempo libero o dell’educazione allo sviluppo. Insomma, in tutti gli ambiti dove sono attive le organizzazioni di volontariato senza scopo di lucro.
Le caratteristiche che rendono feconda questa esperienza sono l’impegno continuativo e la gratuità. Oggi non è scontato che le persone prendano impegni a lungo termine. Un po’ perché la vita ci mette di continuo di fronte alla sfida di cambiamenti frequenti, un po’ perché i grandi orizzonti vengono sostituiti da obiettivi spiccioli. Il servizio civile, quando offre un orizzonte di senso, motiva l’impegno per gli altri, dimensione capace di dare contenuti e significati a una vita intera.
Benché i volontari del servizio civile ricevano un rimborso mensile, il loro impegno diventa prezioso – per loro stessi – se dato all’insegna della gratuità. Ovvero senza l’obiettivo primario di averne qualcosa in cambio. Quindi si è chiamati a dare e basta? Sì. Tuttavia, chi ha imparato a donare gratuitamente, sa bene che a conti fatti è sempre più quello che si riceve di quello che si dà.
Il servizio civile aiuta le persone a crescere, poiché chi dà riceve, mentre chi non dà alla fine si ritrova sempre con un pugno di mosche.
Autore: Paolo Bill Valente