Costo della vita: ombre e luci

Prima la pandemia, poi la guerra in Ucraina e la conseguente crisi energetica. L’attuale incertezza economica viene misurata in questi giorni da istituti di ricerca e associazioni dei consumatori. In provincia di Bolzano oltre alle ombre ci sono anche alcune luci, per fortuna. Tra tutte soprattutto quella del turismo, che ha ripreso alla grande. Ma in Alto Adige naturalmente non tutti vivono di turismo e ci sono ampie fasce di popolazione che fanno fatica ad affrontare le normali spese annuali. Da qui deriva il calo significativo – per fortuna la momento non drammatico – dell’indice di fiducia dei consumatori.

INCERTEZZA CRESCENTE

I dati parlano chiaro: la fiducia dei consumatori altoatesini è in forte calo e cresce la preoccupazione non solo per la propria situazione finanziaria, ma anche per quella dell’economia altoatesina in generale.
è quanto rilevato dall’IRE- Istituto di ricerca economica della Camera di commercio di Bolzano, nel suo rapporto periodico. L’indagine ha coinvolto un campione rappresentativo di 700 famiglie altoatesine, a cui è stato chiesto di esprimere la propria fiducia riguardo all’evoluzione della situazione economica familiare, quindi alla previsione di acquisto di beni durevoli nei prossimi 12 mesi e riguardo all’andamento dell’economia in generale.
Le risposte delle famiglie hanno fatto registrare, nel mese di luglio, un indice che si è attestato a -16,8 punti, in calo di 6,6 punti rispetto alla precedente rilevazione di aprile.
Secondo l’analisi, a deprimere il clima di fiducia sarebbe la preoccupazione per il conflitto in corso tra Russia e Ucraina, e quindi l’inarrestabile corsa dei prezzi dell’energia, che si traduce in un aumento dei prezzi di molti beni di consumo – chiunque faccia spesa al supermercato sa benissimo di cosa stiamo parlando.
“Il punto è che questo clima di sfiducia avrà delle inevitabili ricadute sui consumi; guardando all’autunno, questo andrà a tradursi in un indebolimento della domanda” ci ha detto Luciano Partacini, direttore dell’Ufficio Informazioni Economiche dell’IRE.
A proposito di consumi e potere d’acquisto, la posizione del Presidente della Camera di commercio, Michl Ebner è chiara: “Uno dei compiti principali del nuovo Governo sarà quello di garantire continuità alle misure di contrasto dell’aumento dei prezzi dell’energia. Occorre inoltre proseguire il percorso di riduzione del cuneo fiscale, in modo da sostenere il potere d’acquisto delle famiglie.”
Ma in questa situazione poco rosea, non tutto è negativo, perché sull’andamento del lavoro gli altoatesini rimangono positivi. “Gli effetti dell’inflazione hanno una ricaduta immediata sul potere d’acquisto e quindi sono avvertiti immediatamente da chi ha redditi più bassi, come ad esempio i pensionati. Per quanto riguarda la disoccupazione, invece non ci sono invece segnali di peggioramento sul mercato del lavoro; in Alto Adige il livello di attività ha tenuto bene” continua Partacini.
Infine, è importante ricordare che l’indagine dell’IRE segue un metodo standard e ricalca quella condotta dall’Eurostat, in modo da garantire la comparabilità dei risultati a livello internazionale. In questo senso, dal paragone con l’indice dell’Unione Europea, è emerso che l’indice di fiducia altoatesino rimane comunque migliore. In particolare, un deciso peggioramento della fiducia dei consumatori e delle consumatrici si è osservato nella vicina Austria, con il relativo indice sceso negli ultimi tre mesi di ben 13,1 punti e attualmente pari a -34,1 punti.

IL LAVORO C’E’, MA… NON BASTA

Il bilancio in chiaroscuro finora evidenziato si riverbera anche nel “Barometro” sull’economia dell’Istituto per la Promozione dei Lavoratori, l’ente di diritto pubblico cogestito da sindacati e organizzazioni sociali dell’Alto Adige, in cui è presente anche l’amministrazione provinciale. L’IPL parla esplicitamente di “una medaglia a due facce”, osservando che c’è lavoro ma si fatica ad arrivare a fine mese.
Per l’Istituto per la Promozione dei Lavoratori i dati dell’Osservatorio del Mercato del Lavoro della Provincia autonoma di Bolzano, riferiti ai 3 mesi compresi tra aprile e giugno 2022, sono inequivocabili: nel secondo trimestre del 2022 l’occupazione si presenta in confortante ripresa non solo rispetto a 12 mesi prima (+5,7%), ma anche se rapportata al 2° trimestre del 2019, ovvero al periodo pre-pandemia (+3,3%).
Si tratta di dati che trovano conferma nel clima di fiducia che emerge dal focus settoriale del Barometro IPL, ma con un rovescio della medaglia: “Dai nostri indicatori risulta che in tutti i settori economici si guarda con ottimismo al mercato del lavoro e alle possibilità occupazionali”, spiega il Direttore IPL, Stefan Perini, che però aggiunge: “Ma è altrettanto tangibile fra i lavoratori la preoccupazione, sia attuale che in prospettiva, di faticare a far quadrare i conti a fine mese, facendo fronte col proprio stipendio al carovita e a tutte le spese maggiorate e/o impreviste”.

TURISMO A GONFIE VELE, FINORA…

Anche in questo caso i dati sono quelli dell’IRE. Stando all’istituto di ricerca della Camera di Commercio nel 2022 la ripresa dei flussi turistici verso l’Alto Adige si è progressivamente rafforzata, tanto che da aprile le presenze sono risultate addirittura superiori ai livelli pre-pandemia del 2019.
Insomma: il ritorno degli ospiti in inverno, dopo la cancellazione della stagione sciistica 2020/21, ha riportato la fiducia nel settore turistico. Il fatturato è in aumento, in particolare quello conseguito con la clientela straniera, e le previsioni delle imprese sulla redditività nell’anno in corso appaiono decisamente più ottimistiche rispetto a quelle formulate in occasione della precedente rilevazione congiunturale di febbraio. Attualmente, oltre quattro esercenti su cinque confidano in un risultato d’esercizio almeno soddisfacente.
Considerando le singole branche del settore turistico, il maggiore ottimismo si riscontra nella ristorazione, dove le aspettative di redditività sono positive per quasi nove imprese su dieci. Si assiste a un ritorno della fiducia anche tra i gestori di bar e caffè, che tra l’altro dichiarano di voler aumentare gli investimenti. Infine, le attese sono generalmente positive anche nel comparto ricettivo, sebbene molti albergatori e albergatrici siano preoccupati del peggioramento della situazione competitiva. Ciò è dovuto da un lato all’incremento dei prezzi necessario a fronteggiare i maggiori costi, dall’altro alla maggiore concorrenza delle destinazioni estere in seguito al miglioramento della situazione pandemica.

MA I PREZZI DELL’ENERGIA PREOCCUPANO ANCORA

La grande incognita, in prospettiva dell’inverno, è quella dei prezzi di gas, energia elettrica e benzina.
In questo caso è il Centro Tutela Consumatori Utenti di Bolzano a prendere la parola, osservando che a fronte di una stima della spesa annua per il mercato tutelato per il trimestre in corso (luglio-settembre) più bassa del 16,6% per l’energia e del 19,5% per il gas, le previsioni degli esperti per l’autunno non sono di buon auspicio prevedendo all’orizzonte un nuovo e significativo aumento dei prezzi.
A fine luglio il CTCU ha effettuato un nuovo confronto delle tariffe dell’energia elettrica e del gas di fornitori locali e nazionali.
Per una famiglia residente a Bolzano che decide di passare dal fornitore più caro a quello più economico, il confronto mostra un potenziale di risparmio di circa 740 euro (480 euro dal secondo più caro a quello più economico) per l’energia elettrica, per un consumo annuale di 2.700 kWh e 3 kW di potenza, e di 1.930 euro (510 euro dal secondo più caro a quello più economico) per il gas, per un consumo annuale di 1.400 Smc.
Dal confronto è possibile evincere – dice il CTCU – che esiste un potenziale di risparmio sul mercato libero. Tuttavia, è consigliabile procedere con cautela ad un eventuale cambio di fornitore, poiché sul mercato vi è un numero a dir poco elevato di offerte e fornitori (ad. es. sono più di 700 i fornitori sul mercato elettrico!). In particolare, sono assolutamente sconsigliate le offerte proposte al telefono.
Inoltre è stato possibile constatare che alcuni fornitori (soprattutto di gas) offrono sul mercato un gran numero di tariffe, per di più aventi tutte una denominazione simile: quindi, può capitare che un’offerta economicamente vantaggiosa abbia un nome simile ad un’altra che invece è molto costosa. E quindi la scelta sbagliata è dietro l’angolo.
Occorre poi prestare grande attenzione, soprattutto, alle modifiche unilaterali dei contratti che di frequente giungono a casa dei consumatori-utenti e spesso sono di difficile lettura.

Autori: Caterina Longo e Luca Sticcotti

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