L’Italia è il primo Paese al mondo ad aver sancito per legge il Giorno del Dono. Lo abbiamo festeggiato il 4 ottobre 2022, lo stesso giorno in cui si ricorda San Francesco Patrono d’Italia.
Celebrare queste ricorrenze nei tempi che corrono non è – come qualcuno potrebbe pensare – un’ennesima espressione di “buonismo”. è infatti proprio nei momenti difficili che occorre puntare l’attenzione sulla spinta verso la solidarietà, individuale e non solo, e sul ruolo del volontariato sociale, una pratica diffusissima in Italia e anche nel nostro territorio.
La giornata del dono è stata istituita in Italia non tanto per promuovere le donazioni, quanto per privilegiare il non profit virtuoso, monitorando quotidianamente affinché la pratica del dono si svolga in assoluta trasparenza e concretezza.
Nel contempo San Francesco d’Assisi a quasi 800 anni dalla sua morte resta un esempio di radicalità e un pungolo sotto diversi punti di vista, in primo luogo per la Chiesa stessa. Partendo dal suo status benestante, nella prima fase della sua conversione Francesco accompagnò la preghiera con la scelta di donare tutto quello che possedeva (e anche i beni del padre) ai poveri, mettendosi sul loro piano e chiedendo l’elemosina.
In questo modo indicò allora e indica tuttora alla Chiesa stessa la prospettiva della povertà, come vera via nell’ottica evangelica.
Per quanto riguarda il volontariato, in questo caso il dono riguarda soprattutto la scelta individuale di mettere a disposizione un po’ del proprio tempo per iniziative di tipo sociale, senza per questo ottenere in cambio un compenso in denaro.
Nonostante le varie forme di solidarietà messe in atto dagli enti pubblici e privati nelle loro diverse articolazioni, proprio la scelta personale di donare una fetta della propria vita per aiutare qualcuno, rappresenta a ben vedere un elemento fondamentale del patto sociale che alimenta la nostra forma di società, libera e democratica.
Il volontariato e la spinta al dono disinteressato sono oggi – durante la crisi economica e in presenza dei venti di guerra che si addensano alle nostre porte – una straordinaria risorsa, non solo di coesione sociale ma anche di vero e proprio supporto alle nostre vite individuali.
Le “fondamenta” delle nostre personalità non possono prescindere dalla necessità di scorgere nell’“altro” un potenziale o effettivo destinatario della nostra solidarietà, innescando in questo modo e automaticamente un meccanismo virtuoso.
è solo donando una parte di noi che si può pensare, poi, di poter essere noi stessi aiutati, in caso di bisogno.
Pensiamoci.
Autore: Luca Sticcotti