Anna Bernard, in arte Anna Carol, è una cantante bolzanina che sta calcando le scene ormai da diversi anni, non solo quelle locali avendo fatto qualche esperienza artistica anche all’estero. Ha anche cambiato nome d’arte rispetto agli esordi, ma ormai Anna Carol sembra essere il suo brand definitivo, usato per la prima volta un paio d’anni fa per l’uscita di un EP fortemente voluto che, nonostante sia uscito nel periodo più oscuro della pandemia, non ha mancato di lasciare il segno, garantendo alla cantautrice bolzanina la possibilità di uscire ora con Cinetica, un album a lunga durata, distribuito come l’EP da Nufabric Records in collaborazione con le edizioni Kobayashi.
“Per ora il formato è quello del download digitale sulle classiche piattaforme – ci racconta Anna, appena tornata da un fruttuoso breve tour in Sicilia – ma abbiamo intenzione di realizzarlo presto anche in formato solido, per la precisione in vinile. È vero che la maggior parte del pubblico ascolta in digitale, ma il supporto fisico è un’altra cosa, soprattutto per la soddisfazione personale. Con la musica digitale devi sperare che qualcuno ti infili in una playlist, è un po’ come con le radio, c’è qualcuno che sceglie per te cosa devi ascoltare”.
Il nuovo disco della cantautrice si presenta subito con un sound ben definito, nonostante in sede di produzione si sia avvalsa di più collaboratori, rispetto alle sue pubblicazioni passate, il risultato è più strutturato, più elettronico per certi versi, sicuramente più arrangiato, altamente professionale e le canzoni, come del resto quelle che le avevano precedute, sono senza dubbio convincenti.
“Rispetto a prima – prosegue l’artista – la lavorazione dei brani è stata da subito una cosa collaborativa. Per i miei progetti precedenti io arrivavo con le canzoni e poi ci si lavorava su, qui la cosa è stata un divenire sin dall’inizio, collaborando con diverse persone anche a livello di scrittura. In realtà è una cosa molto lontana dal mio modo di lavorare precedente, non pensavo che ci sarei riuscita così facilmente. Sembra impossibile che scrivendo con altre persone siano potute venire fuori meglio le cose mie, le mie emozioni, le mie sensazioni. Lavorando sulla scrittura con altri sono riuscita a fare venire fuori di più me stessa”.
Per la registrazione delle parti cantate, Anna Carol si è avvalsa dello studio Basement di Fermo, nelle Marche, in una location fantastica tra le colline a cui è molto legata al punto di dire che non riuscirebbe ad immaginare di incidere altrove; uno studio attrezzato con un grande terrazzo panoramico e con la possibilità di soggiornare per tutto il periodo delle session. Per quanto riguarda la parte strumentale invece, quella è stata catturata di volta in volta negli studi dei vari produttori coinvolti nella lavorazione del disco.
“Sono davvero molti quelli che mi hanno aiutata – racconta ancora Anna – Domenico Finizio (Tropea), Emanuele Triglia, Alessandro Donadei, Stabber per dirne solo alcuni, per non parlare poi di chi si è occupato di mixaggio, mastering, artwork e via dicendo. E poi ci sono i concerti, perché per me la parte fondamentale è poi di poter proporre le mie canzoni davanti ad un pubblico: l’ideale sarebbe potersi esibire sempre full band ma le date recenti di Merano, Cremona, al Lokomotiv di Bologna e quelle siciliane, a Bolzano, all’Arcibellezza di Milano sono state la dimostrazione che il repertorio funziona bene sia in duo che in trio o da sola. Il pubblico risponde bene, sia nei locali più grandi che in quelli piccoli, c’è un pubblico interessato, disposto a spostarsi per venire ad ascoltarmi. A Modica, per esempio c’erano ragazze e ragazzi, studenti per lo più, che venivano da cittadine o paesi distanti per assistere al concerto. A Cremona, in un lunedì di pioggia, il locale era pieno: da noi non si sarebbe mosso nessuno, ma la colpa non è tutta del pubblico, ci sono da mettere in conto le limitazioni orarie imposte a chi organizza, cosa che non aiuta di certo”.
Autore: Paolo Crazy Carnevale