Laives nel gotha dei carnevali

Laives come Viareggio, Cento e Venezia: la tradizionale kermesse carnevalesca che da 44 anni è diventato un simbolo per tutta la provincia potrebbe ottenere il riconoscimento di “Carnevale Storico” previsto dal Ministero della cultura, introdotto dalla Legge di Bilancio 2022 e finalizzato alla tutela e alla valorizzazione della funzione svolta dai carnevali storici. “Sarebbe bello, anche se non ce la sentiamo di confrontarci con i grandi carnevali italiani: noi diamo il massimo con i mezzi che abbiamo ovvero fantasia, manualità e pochi soldi”, commenta il presidente del gruppo organizzatore, Cesare Zenorini.

La notizia ha fatto il giro della provincia in un attimo, un po’ perché l’edizione 2023, la numero 44, ha registrato un boom di presenze impressionante, un po’ perché il carnevale di Laives è nel cuore di tutti gli altoatesini, da Brennero a Salorno. Ciò che fa nascere una certa ilarità è che neanche i responsabili dell’organizzazione ne sapevano nulla, e si sono lasciati sorprendere pochi giorni prima di domenica 12 febbraio, quando un fiume di maschere ha attraversato la zona della Bassa; un corteo festoso di cui pubblichiamo alcuni scatti a pagina 17 di questo giornale.

Presidente Zenorini, come ci si sente ad essere affiancati a grandi realtà quali il carnevale di Venezia?

Io non mi immagino neanche che cosa possa voler dire confrontarsi con quelle grandi realtà (ride, ndr). La nostra è una grande passione che ci portiamo nel cuore da quasi mezzo secolo, e tutto quello che facciamo viene realizzato da persone normali che utilizzano la propria manualità e fantasia per portare della gioia in paese. E lo facciamo con i mezzi che abbiamo a disposizione, con le nostre mani e spendendo meno possibile. Venezia e Viareggio, per fare due esempi, hanno più mezzi a disposizione, anche e soprattutto economici.

Eppure potreste entrare a far parte del gotha dei carnevali italiani. Come è successo?

A sorpresa, ecco, potremmo dire così: mentre stavanmo sbrigando le pratiche burocratiche per l’organizzazione della manifestazione ci siamo incontrati a Bolzano con i vertici dell’Ufficio cultura in lingua italiana. Ed è stato il direttore Antonio Lampis a lanciare l’idea. Noi non sapevamo neppure che avremmo potuto avere i requisiti, e infatti saranno loro a raccogliere tutte le informazioni e le documentazioni da sottoporre al Ministero per avviare l’iter. 

Questo sarebbe il secondo riconoscimento nazionale…

Esatto, qualche anno fa siamo stati inseriti fra le “Mille meraviglie italiane”; ma anche in quell’occasine noi non abbiamo fatto niente. Era stato l’allora assessore comunale Volani a proporci al Forum nazionale dei giovani: con i ragazzi delle scuole medie aveva scritto agli uffici competenti e poi ci hanno insignito a sorpresa di questo riconoscimento. 

Quest’anno pare sia andata addirittura meglio degli altri anni. Che cosa avete cambiato?

In realtà nulla, ma è vero che c’è stata davvero una grande adesione; credo che sia l’effetto del post pandemia. Ho avuto la possibilità di vedere dall’alto tutta la manifestazione, perché sono stato su un carro con gli amici Franz e Bepi e ho notato il desiderio e la necessità delle persone di potersi finalmente riappropriare della libertà che da due anni era stata negata. Un desiderio semplice, ma che credo sia alla base della nostra esistenza, poter godere della vicinanza di famigliari ed  amici, il rivedere persone care o semplici conoscenti in un contesto gioioso e spensierato come la sfilata dei carri. E lo spettacolo dei bimbi mascherati che ci hanno accompagnato durante tutto il tragitto, fatine, gnomi, streghe, uomo ragno, maghi, cowboys, indiani, tutti desiderosi di lanciare i coriandoli e di riceverne una manciata in cambio ha riempito i cuori di tutti. 

C’era anche una nutrita schiera di personalità…

Per noi non è una grande novità: l’ex presidente Luis Durnwalder è un ospite fisso, come l’onorevole Luisa Gnecchi, che però quest’anno non è potuta venire a causa di un impegno a Roma. Noi mandiamo l’invito a tutti, e ogni volta sottolineiamo che la loro presenza deve essere alla pari del semplice cittadino, fuori dai canoni di ufficialità e formalità. E infatti ho scorto un presidente Kompatscher rilassato e felice, mi ha fatto piacere e mi piace pensare che abbia potuto trascorrere una giornata di svago.

Autore: Luca Masiello

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *