Il sogno americano è un mito che ha attratto musicisti di ogni generazione e di ogni parte del mondo. E la nostra regione non è certo esente da questa fascinazione. Lo scorso dicembre è toccato agli Shanti Powa calcare le assi dei palchi americani, per due concerti legati ad un’importante manifestazione.
Pensiamo ai Dedy Cemm che fecero per sei mesi la spola tra New York e le Bermuda sulle navi da crociera, o a Enrico Micheletti e Klaus Tengler, entrambi in California a fine anni settanta (il primo a L.A. dove pare abbia incrociato la chitarra con membri della band di Larry Coryell, il secondo a Frisco, dove frequentò gente come Mike Bloomfield e Jorma Kaukonen ed incise persino un disco) e poi, in tempi più vicini a noi, come non ricordare le puntate di George McAnthony a Nashville, il massacrante tour dei Graveworm, quello autogestito dei Nolunta’s, fino alle recenti scorribande di Hubert Dorigatti.
Come dicevamo – lo scorso dicembre è toccato agli Shanti Powa calcare le assi dei palchi americani, per due concerti legati ad un’importante manifestazione.
“Tutto è cominciato un paio di anni fa – ci racconta Thomas Maniacco, trombettista e portavoce del gruppo – abbiamo partecipato ad un contest organizzato da JM International, una ONG legata all’ONU che organizza eventi per i giovani, il risultato è stato che ci siamo ritrovati tra i gruppi vincitori e avremmo dovuto esibirci alla fine del 2020 in Corea del Sud, che quell’anno ospitava la manifestazione. Tutto è saltato per colpa del Covid, e il nostro concerto lo abbiamo filmato a casa ed è stato trasmesso poi in streaming sul sito di JM International. Grazie però al piazzamento ottenuto siamo diventati, e continuiamo ad esserlo, ambasciatori della Fair Play Music nel mondo”.
Parimenti al concorso Busoni, il contest vinto dalla formazione altoatesina non è detto debba avere per forza un vincitore: è quello che è accaduto con l’edizione 2022 che avrebbe dovuto ospitare i vincitori nella capitale americana così gli organizzatori hanno avuto la bella pensata di invitare quindi gli Shanti Powa e altri musicisti legati al loro contest.
“Il materiale musicale di chi partecipa al contest – prosegue Maniacco – deve avere dei testi contro la corruzione, l’oppressione, divulgare l’idea di unione e comunità e noi sembravamo fatti apposta per questo tipo di evento. Nella fattispecie, a Washington si è tenuta l’International Anti Corruption Conference, a cui erano presenti tutte le ONG legate al circuito a cui appartiene JM International e proprio in quest’ambito siamo stati invitati ad esibirci”.
Impossibilitati a recarsi tutti in America, gli Shanti Powa sono così partiti in sei per l’avventura oltreoceano, hanno passato qualche giorno in una sala prove di Washington per testare la formazione ridotta (Bertrand J. Risè, Florian Gamper, Lukas Pichler, Fabian Pichler, Jonas Tutzer e Thomas Maniacco) a cui si sono uniti sul palco anche altri tre artisti invitati all’IACC: il congolese Alesh, Faith Mussa dal Malawi e Lain, della band indiana Rain in Sahara.
“La prima situazione in cui ci siamo esibiti – è il cantante Berti Risè a parlare – è stata strettamente legata all’evento, con un pubblico formato ovviamente dalle ONG partecipanti, ma anche da diversi Segretari di Stato, incluso quello americano. Un’esibizione in stile unplugged per giornalisti, speaker, politici e addetti ai lavori”.
Il giorno successivo invece il gruppo si esibito al 9:30 Club, il locale più in voga della capitale americana, particolarmente caro a Dave Grohl (Nirvana, Foo Fighters) che lo definisce il suo locale preferito, facendosi apprezzare dai frequentatori abituali.
“Si è trattato di un’esperienza molto importante – conclude Berti, suonare e portare la nostra musica in America era un sogno. Devo dire che è stata anche una cosa commovente per me, ho pianto di felicità. È stato un peccato non poterci essere con la band al completo, ma in compenso siamo riusciti a stabilire un legame molto forte con gli altri partecipanti, ci sono già dei brani che stanno nascendo in collaborazione con loro: l’idea è di averli nel nostro prossimo disco e suonare ancora dal vivo con loro”.
Autore: Paolo Crazy Carnevale