Anche noi del profondo nord abbiamo seguito sui media il drammatico naufragio in Calabria, che è costato la vita a decine e decine di migranti, tra cui molti bambini in tenera età. Personalmente sono rimasto molto colpito da come la popolazione del posto ha vissuto questa tragedia. Le testimonianze dei pescatori per primi accorsi sulla spiaggia, quelle dei vigili del fuoco e dei volontari della protezione civile, mi hanno profondamente toccato. Ma nelle ore e nei giorni successivi alla tragedia si sono spesi in parole di grande umanità anche i parroci, le autorità religiose musulmane, gli amministratori locali, e i tanti semplici cittadini che hanno voluto partecipare anche ad una processione, un corteo, per esprimere vicinanza, affetto e compassione, ai tanti parenti delle persone decedute o disperse.
Gli esponenti del governo, come sappiamo, hanno seguito l’evento a distanza. E in alcuni casi non hanno saputo fare di meglio che rimarcarla, quella distanza, in coerenza con le loro posizioni politiche spesso tutt’altro che solidali nei confronti di chi fugge da miseria e morte. è toccato quindi al Presidente della Repubblica recarsi sul posto per manifestare la solidarietà e l’affetto, credo, della maggioranza degli italiani.
Come dicevo, personalmente sono rimasto colpito dalla grande partecipazione dei cittadini di Cutro. E la mia prima reazione è stata quella di andare guardare cos’è Cutro e qual è la storia di questo paese di 10mila abitanti scarsi, in provincia di Crotone. Ho così scoperto – come forse è successo a diversi lettori di questo giornale – di aver fatto una volta le vacanze proprio a pochi passi da quella spiaggia oggi costellata di croci. Poi ho appreso che Cutro ha origine greca e che i cittadini di quel paese nella propria memoria hanno un terremoto tremendo, che nel 1832 rase al suolo l’intero paese, mietendo centinaia di vittime. Nel ‘900 poi Cutro subì anche una fortissima emigrazione verso la Germania e il nord Italia, tant’è vero che oggi in Emilia-Romagna e in Lombardia risiedono circa 20.000 persone d’origine cutrese.
Insomma: i cutresi non hanno dimenticato e si sono probabilmente rivisti nei naufraghi sulla spiaggia di Steccato. Se poi pensiamo che sui calanchi del territorio comunale Pasolini girò alcune scene del suo Vangelo secondo Matteo, il cerchio si chiude.
Grazie cutresi, da parte di tutti noi.
Autore: Luca Sticcotti