La via dedicata all’artista Albrecht Dürer

Tra le vie minori della zona produttiva vi è via Albrecht Dürer, pittore e incisore germanico nella  cui vita non mancano legami con l’Italia ma anche con il Trentino Alto Adige. Nato a Norimberga il 21 maggio 1471, rivelatosi presto dotato di talento, fece pratica nella bottega del padre, orefice, imparando tra l’altro le tecniche di incisione sui metalli; divenne famoso soprattutto come incisore, portando l’arte dell’incisione a livelli mai raggiunti prima. Nella bottega di William Wohlgemuth, noto pittore e xilografo di Norimberga, si addestrò nell’incisione in legno ed in rame, l’acquerello e la pittura ad olio. Per approfondire le conoscenze dal 1490 viaggiò prima al nord, oltre Colonia, poi a sud, fino a Basilea; passò poi a Strasburgo. Nel 1494 tornò a Norimberga, dove sposò Agnes Frey, figlia di un orafo. Per scampare alla peste scoppiata a Norimberga, partì per Venezia; paesaggi ad acquerello documentano le tappe del viaggio, Innsbruck, Tirolo e Trentino. Sono del periodo veneziano i disegni di soggetto mitologico. Nel viaggio di rientro, nel 1495 toccò il lago di Garda, Arco, Trento, Val di Cembra, Segonzano, Chiusa all’Isarco, tutto documentato con acquerelli.  Nella primavera 1495 riprese a Norimberga l’attività di xilografo e calcografo.. Nell’estate 1505 ritornò a Venezia, lavorando alla pala d’altare della chiesa di  San Bartolomeo, commissionata dai mercanti tedeschi di Venezia; a Venezia eseguì anche numerosi ritratti, disegni e  un quadro “Gesù fra i dottori”. Dal 1511 al 1519 fu al servizio dell’imperatore Massimiliano I d’Asburgo (1459-1519); morto Massimiliano, si recò in Olanda per chiedere al successore, Carlo V, la conferma dello stipendio annuo; in attesa dell’udienza, si recò a Bruges, Gand e si spinse fino in Zelanda, dove fu colpito dalla malaria. Tornato in Germania, l’ultimo lavoro furono le due tavole, con gli apostoli Giovanni e Pietro, e con Paolo e Marco evangelista. Morto il 6 aprile 1528 nella sua casa di Norimberga, fu sepolto nel cimitero della chiesa di San Giovanni.

Autore: Leone Sticcotti

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