Clown per amore

La passione per il “naso rosso” ce l’ha da sempre, ma a un certo punto della sua vita ha capito che fare il clown non gli bastava più. Così Francesco Pizzino, bolzanino con radici siracusane, è entrato a far parte dell’associazione “Sos smile” di Laives: un sodalizio di clown terapeuti che porta sorrisi nelle case di riposo.

Il nome del gruppo parla chiaro: “Sos Smile”, quasi uno slogan per questo gruppo di volontari che entra di peso nelle vite di chi ha bisogno di un sorriso e lo travolge con l’allegria e la gioia di vivere. “E oggi più che mai sono in tanti ad averne bisogno”, confida Francesco Pizzino, nome d’arte Clown Chicco, membro del direttivo, e una delle tante anime dell’associazione laivesotta. Francesco durante la settimana è un padre di famiglia che lavora come impiegato, ma il sabato si “trasforma” in Chicco, un clown che cerca di donare il suo magico “chicco di sorriso”, un piccolo seme che farà nascere nel cuore di chi lo ricevere l’albero della felicità.

Francesco Pizzino, come è nata la sua passione per la clowneria? 

Credo affondi le sue radici nella mia prima infanzia; poi da adulto ho fatto parte di un’associazione che mi permetteva di fare il clown. Solo che a un certo punto non mi bastava più, avevo bisogno di qualcos’altro, e non sapevo bene cosa. Poi – era il 2019 – ho letto su Facebook l’annuncio che “Sos Smile” di Laives  organizzava un corso di clownterapia. È stata la mia famiglia ad iscrivermi, come regalo a sorpresa per il mio compleanno, e da lì ho iniziato questo nuovo cammino che mi ha appassionato così tanto che oggi faccio anche parte del direttivo. 

In quanti volontari siete? Di che cosa vi occupate? 

In novembre abbiamo organizzato un nuovo corso e adesso siamo in quindici: un ottimo risultato.  “Sos Smile” è un’associazione di volontariato con una missione unica: portare gioia. Siamo volontari, uomini e donne, che mettono a disposizione il loro tempo prestando servizio presso strutture pubbliche e private nel territorio provinciale indossando un naso rosso, un camice colorato e scegliendo un nome d’arte che ci rappresenta. Operiamo principalmente nelle case di riposo di Bolzano, Laives e Ora, e di solito entriamo in scena il sabato pomeriggio: cerchiamo di donare un momento di svago ai tanti ospiti anziani. 

Devono essere momenti piuttosto  intensi…

Lo sono, sono molto emozionanti, soprattutto quando scorgiamo un certo bagliore negli occhi degli ospiti più anziani, quelli quasi non reagiscono ad alcuno stimolo. È questo che ci dà la forza di andare avanti, perché le difficoltà sono tante, non sempre si riesce a far combaciare la propria vita privata con l’attività di volontariato.

Di che cosa si occupa il clown Chicco nella vita reale?

Nella vita reale sono un impiegato tecnico, gestisco un centro assistenza per un’azienda e cerco di portare anche nella mia vita privata quell’ottimismo che mi porta a guardare il bicchiere sempre mezzo pieno. Sono sposato e padre di famiglia.

A proposito: cosa dicono sua moglie e i suoi figli di questa sua passione e del suo impegno?

Chiaramente mi appoggiano: è stato grazie a loro se sono entrato a far parte del sodalizio. Mia figlia di 15 anni, inoltre, si sta appassionando a questo mondo: scatta le foto per noi e crea dei video, ci segue in casa di riposo e durante gli allenamenti.

Gli allenamenti?

Già, le nostre uscite non sono mai improvvisate, c’è dietro tanto studio: prima di ogni attività ci incontriamo per gli allenamenti, facciamo degli esercizi di comunicazione, ma anche anche fisici, per riscaldarce mente e corpo, aggregare il gruppo e stare bene insieme. Dobbiamo creare quel filo trasparente che ci lega e diventare un tutt’uno con gli altri fratelli clown. 

Quali sono i vostri prossimi progetti?

Oltre ad occuparci delle case di riposo stiamo portando avanti un progetto  contro il bullismo: poco tempo fa abbiamo preso parte ad un evento di sensibilizzazione organizzato da Unicef e Polizia di Stato per i ragazzi delle scuole; abbiamo proposto uno spettacolo mimato per spiegare cos’è il bullismo e come può colpire le persone che ne sono vittime. 
È andata bene, tanto che ci hanno chiesto di presentarlo anche nelle scuole. 
Ci resta un sogno: poter svolgere servizio in ospedale; la strada è in salita, ma ce la faremo.

Autore: Luca Masiello

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