Tra via Castelfirmiano e via Camponuovo c’è via Laura Conti, via in mezzo al verde di prati e campi, colore giusto per una paladina della natura e dell’ambiente. Nata a Udine il 31 marzo 1921, dopo l’infanzia a Trieste passò a Verona e infine a Milano, dove si iscrisse a Medicina; la lettura della biografia di Marie Curie le aveva fatto nascere la passione per la scienza. Entrata nel gennaio 1944 nella Resistenza, fu incaricata di fare attività di proselitismo tra i militari. Arrestata il 4 luglio 1944, dal carcere milanese di San Vittore fu trasferita al campo di transito di Bolzano, assegnata al Blocco F, numero di matricola 3786. Non rimase inoperosa; in collegamento con la Resistenza esterna, fu attiva in quella interna. Liberata il 30 aprile 1945. laureatasi in Medicina, alla professione di medico affiancò l’attività politica e l’impegno culturale. Nel 1951 passò dal PSI al PCI; dal 1960 al 1970 fu consigliera provinciale, dal 1970 al 1980 consigliera regionale; tra il 1987 e il 1992 alla Camera dei Deputati. Circa l’impegno culturale, sono diversi gli ambiti in cui Laura Conti diede il meglio di sé, come la Casa della Cultura di Milano, l’Associazione “Gramsci”, la Lega per l’ambiente, la “Medicina democratica” (Centro di controinformazione sulla salute e sulla nocività in fabbrica). Fu intensa anche l’attività di divulgatrice scientifica, con numerosi libri e articoli, per far riflettere sulla “sostenibilità” ambientale e sociale delle scelte industriali, economiche e politiche. Considerata la madre dell’ecologismo italiano, anche nel lavoro politico richiedeva l’analisi dei problemi ambientali, la valutazione della documentazione disponibile e il coinvolgimento della popolazione. Fu così che si regolò anche nel 1976, durante l’emergenza nube tossica a Seveso. Dal 1985 ebbe problemi di salute, ma continuò a diffondere la consapevolezza dei problemi ambientali. Le condizioni di salute peggiorarono alla fine del 1992, ma continuò nel suo lavoro; morì improvvisamente, mentre progettava un nuovo libro, il 25 maggio 1993.
Autore: Leone Sticcotti