Qui Intervista a Max Carbone. Pubblicista, copywriter, autore televisivo, musicista non professionista, Max Carbone è stato direttore artistico per 8 edizioni di AlpsKlang. Dal 2023 è direttore artistico di “ur-klang/music comes from everywhere”. è membro fondatore della piattaforma online OSKOWEBTV, per la quale cura la rubrica “linee aeree”. Vive con Delia e ha due figli, Alice e Tommaso.
La cosa che mi piace di me.
Le mani, le ho prese da mia madre. Poi riesco a ridere delle mie battute surreali. Sono creativo in cucina, con ottimi risultati. Potrei anche definirmi un soggetto con alta capacità di rimozione, ma è un’attività molto pericolosa perché quello che butti fuori dalla porta rientra dalla finestra.
Il mio principale difetto.
Questo lo lascio dire a chi mi conosce. Potrei dire di essere scarsamente empatico.
Il mio momento più felice.
La nascita dei miei figli. Meno poetica fu quella volta che, sui 15 anni, riuscii, prima del mio amico Fabio, a buttarmi di testa dal terzo trampolino del lido di Merano. Il coraggio me lo feci venire perché passava la ragazzina che mi piaceva.
Le persone che ammiro di più.
Tutte le persone capaci di disciplina, cosa che a me difetta. Anche coloro che hanno la capacità di dire di no.
Un libro sull’isola deserta.
La trilogia del potere di Juenger, Le scogliere di marmo, Heliopolis e Eumeswil e la trilogia di Valis di Dick.
La mia occupazione preferita.
Leggere libri e ascoltare musica. Ma più di tutto suonare il mio Fender Jazz con i miei amici musicisti.
Il paese dove vorrei vivere.
Sei mesi a Lizard, in Cornovaglia, e sei mesi a Napoli.
Il mio piatto preferito.
Tutto il pesce, a colazione compreso. Ho un amico che fa i canederli con le sarde, in questo caso resto perplesso e non li ho ancora provati.
Non sopporto…
Tutti i fanatismi. Poi, di sicuro, il fegato e la trippa.
Per un giorno vorrei essere…
Colui che è in grado di decidere la sorte di tutti i dittatori.
La mia paura maggiore.
Le grandi navi, in altre vite sono certamente deceduto in un disastro navale.
Se fossi un animale sarei…
Una rondine, lassù a far casino d’estate con tutte le altre. E poi migrare.
Mi sono sentito orgoglioso quando…
Forse quando alle elementari la maestra Riva decise di affidarmi il compito di andare col marito a consegnare i regali di Natale alle famiglie dei loro amici. Tornai a casa con una bella mancia, tante monete.
Il mio motto.
è assegnato a Pulcinella: dove c’è una catastrofe c’è sempre una via di uscita.
Il dono di natura che vorrei avere
L’orecchio assoluto.