La cronaca nera locale riporta fin troppo spesso notizie agghiaccianti che fanno sprofondare anche il nostro Alto Adige dalla visione dei gerani curati alle finestre a quel putrido baratro che vede le donne vittime privilegiate della violenza. Dai dati dei carabinieri il quadro che emerge non aiuta certo a dormire sonni tranquilli, neanche per la coscienza collettiva: le denunce per violenza sono infatti aumentate, e l’86% delle vittime sono donne.
L’arma dei Carabinieri è molto sensibile al tema della violenza di genere e agisce, ogni giorno, con diverse iniziative, anche sociali, per cercare di contrastare qualsiasi forma di comportamento violento e deviante, sia fisico che psicologico.
Le tante iniziative – che hanno coinvolto i media tradizionali, il web e i social – hanno anche un altro obiettivo fondamentale: quello di convincere tutte le donne che subiscono maltrattamenti o vessazioni di qualsiasi tipo a denunciare con fiducia ai Carabinieri. Non è giusto infatti subire violenze o privazioni della propria dignità neppure all’interno delle mura domestiche e quando l’autore di tali gesti è un congiunto. È per questo che l’Arma punta a far diminuire il numero dei cosiddetti “reati sommersi”, spronando le vittime a muovere il primo passo verso la libertà: sporgere denuncia.
UNA STANZA PER TROVARE CORAGGIO
La risposta determinata al fenomeno ha visto la formazione di militari specializzati, che possono fornire un aiuto immediato alla popolazione, nonché la presenza delle sale “rosa” per l’audizione protetta realizzate a Merano, Laives e Brunico, grazie anche alla collaborazione di Comuni e associazioni private senza scopo di lucro, Club Soroptimis in primis.
Sono delle stanze denominate “tutte per sé”, dove le vittime dei reati più delicati, che riguardano le fasce deboli della popolazione, possono denunciare nel massimo della riservatezza, senza pressioni e nella migliore condizione possibile. “Perché noi siamo lì per loro, per ascoltarle, comprenderle e aiutarle”, ricordano i militari dell’Arma,
Una “stanza tutta per sé” consiste nell’allestimento, all’interno di caserme dell’Arma, di locali idonei all’ascolto protetto di donne vittime di violenza, in grado di consentire, ogni giorno, di accogliere in un ambiente confortevole e meno “istituzionale” le vittime di abusi.
PARTIRE DAI BAMBINI PER UN FUTURO MIGLIORE
La sfida dell’Arma comincia da lontano, tra i banchi delle scuole, e si inserisce nelle numerose attività che vengono svolte cercando di diffondere la cultura della legalità, parlando con i ragazzi.
A questo si aggiunge, sin dal 2014, la “Rete nazionale di monitoraggio sul fenomeno della violenza di genere”, strutturata sulla base di ufficiali di polizia giudiziaria – marescialli e brigadieri – inseriti nell’ambito delle articolazioni investigative territoriali e formati presso l’Istituto Superiore di Tecniche Investigative con specifici corsi.
Nell’ambito di questa iniziativa si inserisce il pool, realizzato in collaborazione con la Procura della Repubblica di Bolzano, che agisce per tutelare le fasce deboli e che coinvolge direttamente personale dell’Arma dei Carabinieri, formato e specializzato, per fornire al meglio il proprio contributo e aiuto, sia alla popolazione che ai magistrati.
Sul sito www.carabinieri.it, inoltre, è stata dedicata un’intera area tematica al “codice rosso”, dove è possibile trovare tante informazioni utili su temi quali: atti persecutori, maltrattamenti, revenge porn, violenza sessuale e altro. Nell’area tematica è possibile trovare anche il “violenzametro” un test di autovalutazione, elaborato dal Reparto analisi criminologiche del Raggruppamento Carabinieri investigazioni scientifiche (Ra.C.I.S.), per rilevare i segnali del livello di violenza di genere subita in un rapporto di coppia. Contiene consigli utili per chiedere supporto e aiuto, in base al livello di violenza riscontrata. Si ricordano inoltre l’importanza del numero di pubblica utilità 1522, Help line per la violenza e lo stalking, e la presenza dei Centri Antiviolenza, presenti su tutto il territorio nazionale.
SONO REATI IN COSTANTE AUMENTO
L’attività operativa nella provincia di Bolzano, da gennaio 2023, diretta a tutelare le fasce più deboli della popolazione, ha permesso ai militari di identificare circa il 95% delle persone denunciate. Purtroppo, le vittime sono per la maggior parte donne, circa l’86%, e di nazionalità straniera, circa il 67%. è alta in ogni caso anche la percentuale delle vittime di nazionalità italiana, riconducibili al Codice rosso, che sono state il 33% del totale.
L’attività repressiva ha visto i carabinieri procedere, in circa il 50% dei casi, per maltrattamenti in famiglia, ma anche per violenza sessuale (9% circa del totale) e per atti persecutori (20% del totale).
L’impegno quotidiano degli uomini e delle donne dell’Arma è innanzitutto finalizzato ad evitare che si verifichino ulteriori “femminicidi” e qualsiasi forma di violenza contro le fasce deboli della popolazione, e tutti quegli altri reati, apparentemente meno gravi, che insidiano quotidianamente le donne. Un esempio è il fenomeno comunemente denominato stalking, che è ricondotto ai reati di “atti persecutori”, nonché i casi di maltrattamenti in famiglia e percosse, con vittima donna.
Autore: Luca Masiello